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venerdì 3 ottobre 2008

La bellezza sta nell'occhio dell'osservatore?

I ciclidi conquistano la copertina di Nature (qui l'abstract e qui un commento) con un articolo sulla speciazione. Nel numero 455 di Ottobre si trova un lavoro a firma di Ole Seehausen e di molti altri sulla speciazione dei Ciclidi del lago Vittoria che potrebbe essere guidata dalla selezione sensoriale. La tesi non è nuova e si muove nel campo di quel "brutto anatroccolo" che è la speciazione simpatrica, la speciazione in assenza di barriere geografiche. La speciazione simpatrica potrebbe essere l'unica spiegazione valida per spiegare l'esistenza di oltre 500 specie di Ciclidi in un lago che una manciata di migliaia di anni fa era vuoto.
Seehausen studia da sempre i Ciclidi del lago Vittoria, cui tra l'altro ha anche dedicato un libro di taglio "acquariofilo" molto tosto (lo trovate qui), e in passato ha scoperto numerose coppie di specie simpatriche dalle identiche caratteristiche morfologiche (denti, scaglie, pattern di colore...) che sembrano differenziarsi unicamente per il colore della livrea dei maschi: rossa e blu. Che si tratti di specie diverse lo si capisce dagli esperimenti di scelta del partner in cui le femmine il più delle volte si accoppiano utilizzando il colore del maschio come stimolo e scegliendo quindi maschi della propria località di provenienza.
Nel lago Vittoria sono presenti ambienti diversi, nulla di strano per il lago tropicale più grande del mondo, che si differenziano anche per luminosità: negli habitat profondi predomina il rosso. Seehausen ha scoperto che nei ciclidi degli ambienti di profondità (si parla delle specie Pundamilia nyererei e P. pundamilia) predomina la variante di opsina (un pigmento responsabile della percezione della luce) sensibile al rosso. Nei ciclidi di superficie predomina la variante blu. Ebbene le femmine con certe varianti di colore di opsina si accoppierebbero preferibilmente con i maschi con la livrea del rispettivo colore, anche perché frequentare un certo tipo di ambiente aumenta le probabilità di incontrare il maschio del colore che meglio si "adatta" a quell'ambiente. Per speciare quindi occorrerebbe la concomitanza di tre fattori ereditabili: l'opsina di un certo colore, la livrea di quel colore e la preferenza per un certo tipo di ambiente (in pratica la profondità).
Il meccanismo di speciazione simpatrica proposto da Seehausen ha una certa logica e mi sembra avere ora un discreto vantaggio rispetto alle altre due proposte che vorrebbero spiegare l'elevato numero di specie di Ciclidi del lago Vittoria: la speciazione guidata dalla segregazione delle nicchie trofiche (teoria che potrebbe essere valida nel caso dei Ciclidi dei laghi vulcanici del Cameroon) e la speciazione allopatrica avvenuta per la separazione di popolazioni nei laghi satelliti e nelle lagune limitrofe al lago Vittoria che nei periodi di risalita del livello dei laghi si sarebbero ricongiunte ai propri progenitori senza più potersi accoppiare con loro.
Termino con una proposta provocatoria, ma non nuova. Vogliamo ricondurre tutti i tipi di speciazione in un unico caso dalle molteplici sfaccettature? Non guardiamo a barriere geografiche o no (in fondo anche la profondità potrebbe essere ritenuta tale alla pari di una catena montuosa o di un braccio di mare tra due isole). Guardiamo solo al flusso di geni tra popolazioni. Se lo scambio genico è ingente per far nascere delle specie occorre che la selezione naturale sia forte, parliamo quindi di speciazione simpatrica, nel caso sia ridotto la selezione naturale può essere allentata, siamo nei paraggi della speciazione allopatrica.
Vogliamo trovare una morale acquariofila al tutto. In acquario non saremo mai sicuri di che specie del lago Vittoria stiamo allevando. Non possiamo praticare esperimenti di scelta del partner dato che abbiamo pochi esemplari e sperimentare richiederebbe molto tempo. Possiamo solo fidarci di quanto dicono gli esportatori o gli allevatori.

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