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giovedì 22 marzo 2012

La saga continua


È passato quasi un anno dall'allestimento dell'acquario dedicato ai fontanili al Museo di Scienze Naturali di Bergamo. Nel frattempo le piante hanno invaso la vasca per fermarsi nella crescita al momento che la temperatura ha toccato i 13,5°C. I pesci (vaironi soprattutto) hanno passato l'infestazione da Icthyophthirius multifillis che li aveva colpiti e sono raddoppiati di dimensioni. Durante l'inverno la competizione continua tra vegetali e alghe ha segnato un punto per le alghe e ha visto la resa dell'Elodea. Oggi abbiamo cambiato le regole. Le specie tropicali che fino ad ora avevano accompagnato la vasca durante il periodo di rodaggio sono state sostituite da piante nostrane tipiche dell'ambiente di risorgiva: sedanina d'acqua (Berula erecta), menta acquatica (Mentha aquatica) e nontiscordardimé delle paludi (Myosotis scorpioides). Nei prossimi giorni posterò una fotografia della vasca arredata.
In quest'anno abbiamo capito che è necessario aumentare l'impianto di illuminazione e che probabilmente è sottodimensionato. Rimane ancora da capire se il refrigeratore riuscirà a mantenere la temperatura su valori accettabili (temo di no!, per ora siamo sui 15°C mentre nei fontanili ci aggiriamo intorno ai 14°C). Insomma, la saga continua e a breve mi aspetto che i ciprinidi maschi della vasca mostrino le loro migliori colorazioni e i "bottoni nuziali". Stay tuned.


PS: siete interessati ad altre fotografie della preparazione del capodoglio?

giovedì 1 marzo 2012

Pianta un albero, scrivi un libro, fai un figlio

"Hai capito?" A parlarmi nella bella mattinata etiope mentre costellavo di buche il campetto che di lì a poco avrebbe accolto alcuni alberi era un amico che da allora non ho più visto. "È un detto africano. Pianta un albero, scrivi un libro, fai un figlio. È lo scopo della vita." Capivo che piantare alberi era importante o che avere dei figli poteva esserlo. Tuttavia pensavo che nella vita media di un subsahariano la scrittura di un libro aveva un valore marginale, anche perché scrivere un libro, o peggio ancora leggerlo, non rientra neppure tra gli interessi di un italiano medio, ma anche no. Oppure che in Africa quello che conta è la tradizione orale. L'amico niente. Scuoteva la testa e mi osservava come un pensionato accorso a vedere i lavori stradali mentre sbadilavo il terreno come solo chi non ha lavorato mai la terra in vita sua sa fare. 
Ora, a oltre venticinque anni di distanza da quel giorno, mi è venuta in mente quella conversazione. Di alberi, infatti, ne ho piantati parecchi e gran parte sono pure cresciuti, di figli ne ho due e con loro non basta limitarsi a innaffiarli regolarmente per una crescita ottimale, di libri ne possiedo un discreto numero in biblioteca, ma nessuno è mio, nel senso prodotto da me. Ora questo ultimo traguardo sta per cadere. Per una inaspettata congiunzione astrale si sta materializzando il finanziamento di una fondazione locale che renderà possibile la pubblicazione del libro sui fontanili con cui vi sto tormentando da anni. Ad accompagnarlo ci dovrebbe essere anche un documentario che è ancora in cerca di finanziamento e di cui al più presto presenterò il trailer. Tornando al libro, non affannatevi a cercarlo in libreria quando sarà pronto o tra le 170 pubblicazioni giornaliere di libri, esso non sarà messo in vendita immagino e per questo è possibile che a tempo debito sia reso disponibile in un qualche formato che possa essere scaricato. Le fotografie avranno ampio spazio e il fotografo principale sarà  Fabio Liverani.



Qua sopra invece dei pesci che con i fontanili non centrano nulla. Sono un paio di gobidi adriatici tratti dalle collezioni del Museo di Scienze Naturali di Bergamo che mi hanno piacevolmente impegnato tra mail spedite in fretta e furia agli esperti, interpretazione delle chiavi dicotomiche, osservazioni al microscopio. Sotto invece una fotografia di un grande mammifero che stanno preparando al Museo per l'esposizione. Se volete sapere cos'è guardatevi il video (quello nell'immagine non sono io).
Insomma, non riesco a levarmi il pensiero che il proverbio africano possa avere ragione e che uno si ritrovi senza scopo. Meglio togliersi qualche sfizio e cercare nuove sfide.