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mercoledì 29 luglio 2009

Diecimila grazie

Drosera rotundifolia ripresa in torbiera naturale in Irlanda.
Fotografia di Livio L.


Oggi il contatore ha toccato i 10.000 visitatori. Per essere un blog a bassa cadenza di pubblicazione dedicato ad un argomento principale di nicchia (i ciclidi, benché frequentemente io divaghi come da sottotitolo) lo considero un risultato aldilà di ogni mia aspettativa. Grazie a tutti coloro che si sono collegati in questi mesi!
Durante le ferie avevo promesso che mi sarei dato alla fotografia naturalistica. Ecco un'anteprima di un soggetto che speravo di incontrare (per la pubblicazione uso le foto che ho scattato con il cellulare con vento fortissimo dato che per il momento non riesco a postare le foto prese con la macchina, sorry).

domenica 19 luglio 2009

A presto...

Avrete capito che il mio postare compulsivo di questi giorni è stato un preludio alle ferie ed un tentativo di placebo rivolto alla mia coscienza che mi rimorde tuttora per non avere scritto a sufficienza. Ora il tempo è scaduto. Non vado molto lontano, ma non sono sicuro se avrò la possibilità o la forza di collegarmi. In compenso spero di dedicarmi a sfrenate sessioni fotografiche naturalistiche, a letture interessanti ed alla cultura del luogo.
Un saluto, ci ritroveremo presto.

sabato 18 luglio 2009

La Dr.ssa Tatiana risponde

Il precedente post (Io, il più bello) è stato ispirato da questo libro.


Si tratta di una raccolta di lettere che la Dr.ssa Tatiana riceve da un'ampia serie di animali, decisamente antropomorfi, alle prese con il sesso. I problemi sono i più disparati. L'insetto stecco femmina si lamenta delle perfomance amorose del compagno: 10 settimane di amplesso le paiono sufficienti, ma il suo ragazzo non è d'accordo. Tra i mammiferi invece è il leone che si lamenta delle ninfomania della compagna (un'ora e mezzo di accoppiamento per 4-5 volte ogni giorno ed ogni notte metterebbero in crisi qualunque amante). Una vespa del fico è terrorizzata dall'iperaggressività dei maschi che invece di corteggiare le femmine si mordono a morte. Uno spinarello maschio è sgomento per il furto delle uova avvenuto nel nido. L'iguana marina è stupefatta dal comportamento onanistico dei giovani. Un acaro invece si chiede se le sue disavventure sono un castigo per il proprio comportamento depravato: accoppiarsi ogni giorno nel corpo della madre con le sorelle fino al momento della morte della genitrice. L'ape regina è preoccupata del fatto che tutti i suoi amanti le lasciano infissi i genitali e muoiono. Sollevati di essere umani? In effetti il sesso delle altre specie può spaventare se giudicato con occhi umani. La Dr.ssa Tatiana risponde ad ogni lettera mettendo in luce il perché evolutivo di un certo comportamento. Il ratto delle uova dello spinarello è dovuto ad altri maschi che vogliono rendersi più appetibili agli occhi delle femmine: un maschio con tante uova è un maschio che ha convinto e si è accoppiato con tante femmine e che quindi "vale". Inutile dire che per aumentare il proprio valore tutto è permesso, cosa volete che sia il furto. L'insetto stecco maschio non è un amante focoso e perdutamente innamorato, bensì un futuro padre preoccupato della paternità dei figli al punto di impedire alla femmina di allontanarsi da lui. Quale modo migliore di un accoppiamento perpetuo? Le iguane marine invece si masturbano per poter arrivare preparati nel momento clou di un accoppiamento (di un'altra coppia ovviamente) per intromettersi e cercare un contatto con la femmina. Le iguane marine femmine, infatti, preferiscono i maschi vecchi, perché sono grandi, e non i giovincelli.
Mi fermo qui. Le lettere citate nel libro sono tante, troppe. Dr. Tatiana's sex advice to all creation è accattivante ed al tempo stesso scientificamente rigoroso (le 38 pagine di bibliografia lo testimoniano) e rappresenta un riuscito esempio di divulgazione scientifica moderna che unisce commedia e scienze naturali. Probabilmente questo libro può insegnare più di tanti testi di biologia grazie alla fresca originalità che dimostra ed alla potente scrittura che lo sorregge.
Per chi volesse maggiori informazioni cliccate qui dove troverete anche la notizia che esiste un adattamento televisivo. Ora cerco su youtube qualche episodio per vedere se è all'altezza del libro (lo so, viste le ultime riduzioni cinematografiche di libri famosi rischio una solenne delusione, ma ci provo sempre).

venerdì 17 luglio 2009

Io, il più bello

Cara Dottoressa Tatiana
sono un giovane maschio di Ophtalmotilapia ventralis, orgoglioso possessore di un ampio territorio. Il mio nido viene visitato da numerose giovani femmine che si accoppiano con me. So che per la maggior parte di loro io non sono il primo maschio che conoscono e che non sarò neppure l'ultimo. Perché? Possibile che tutte quelle femmine non capiscano che io sono il più sano ed il più bello?
Il migliore di Nsumbu


Oltre che bello, forte e sano direi che sei anche modesto. Rassegnati, nella tua specie la promiscuità è la norma: una femmina si accoppierà sempre con più maschi come tu ti accoppi con più femmine. Perché? Una prima spiegazione potrebbe essere che le femmine si accoppiano con vari maschi per assicurarsi che tutte le uova siano fecondate, ma mi sembra improbabile. Studi recenti condotti sulla tua specie hanno rivelato che al massimo un maschio eiacula 37 volte al giorno, un impegno che la tua capacità di produrre spermatozoi può sicuramente affrontare senza temere di fallire. Inoltre le femmine della tua specie producono piccoli gruppi di uova che non hanno bisogno di enormi quantità di spermi. Un'altra ipotesi presume che una femmina si accoppi con diversi maschi per massimizzare la diversità genetica della prole. Anche questa spiegazione mi sembra improbabile. Le femmine che producono più uova non necessariamente visitano un maggior numero di maschi rispetto a quelle che depongono di meno. Le femmine potrebbero accoppiarsi con più maschi per poter scegliere quello che ha geni "migliori", ma anche questa ipotesi mi sembra improbabile. Alcuni studi hanno chiarito che non sembra esserci nessuna correlazione tra le caratteristiche di un territorio posseduto da un maschio e il numero di visite che riceve e quindi non si riesce a capire in base a quali criteri una femmina sceglie il partner. Inoltre i territori ed i maschi "migliori" dovrebbero ricevere più visite rispetto agli svantaggiati, ma non è mai stato dimostrato nulla del genere. Un'ultima ipotesa coinvolge la competizione spermatica. Questa ipotesi considera che la vitalità della prole dipenda dalla qualità degli spermatozoi e che gli spermatozoi siano in competizione tra loro per raggiungere le uova da fecondare. Pur definendoti macchina del sesso non penserai che quando ti accoppi con una femmina fecondi tutte le sue uova? Tra accoppiamento e fecondazione possono passare vari minuti e solo gli spermatozoi più vitali (per esempio quelli con la maggiore quantità di mitocondri, le centrali energetiche della cellula) possono sopravvivere in un ambiente ostile come quello della cavità orale femminile e l'analisi genetica ha mostrato che in genere la prole di una femmina è figlia di un paio di maschi, pochi rispetto a quelli con cui la madre si è intrattenuta.
La tua domanda apre comunque un aspetto interessante, hai mai pensato che forse maschi e femmine perseguono obiettivi diversi? Produrre uno spermatozoo non richiede una mole di risorse paragonabile alla produzione di un uovo, ma un maschio non può produrre un solo spermatozoo, ne deve produrre milioni e questo richiede energie preziose. Ad ogni accoppiamento un maschio deve liberare la quantità adatta di spermatozoi; non di meno perché quei pochi avrebbero basse probabilità di vincere la competizione con gli spermi di altri maschi e neppure di più perché sarebbe uno spreco. Come può quindi un maschio giudicare quindi una femmina ha già deposto le uova per evitare di concederle troppi spermatozoi? Per mezzo di odori? Per mezzo della vista (una femmina che non ha deposto dovrebbe avere un ventre sodo)? Mi spiace, nella guerra dei sessi della tua specie sono le femmine a monopolizzare il gioco. Tu le vedi incontrare altri maschi, ma non puoi tirarti indietro, è il tuo destino. Devi fornire spermatozoi che gareggeranno con quelli degli altri maschi. La tua Dottoressa Tatiana.






Immler S., Taborsky M. 2009. Sequential polyandry affords post-mating sexual selection in the mouth of cichlid females. Behav. Ecol Sociobiol.: 63: 1219-1230.

Men at work

È da tempo che mi sto dedicando a dare forma al mio desiderio non proprio segreto di produrre un libro sui fontanili. Quest'anno il lavoro si è intensificato grazie ad un amico che si presta alla fotografia subacquea. È quindi possibile, fondi permettendo (se c'è qualche finanziatore si faccia avanti!), che l'anno prossimo vada in stampa qualcosa. Per ora non sono in grado di mostrarvi nulla dato che le immagini che abbiamo sono in formato diapositiva ed ultimamente lo scanner che usiamo sta dando qualche problema. Quella di seguito è solo una anteprima di come stiamo lavorando: visore e lentino! Come ai bei vecchi tempi. Prometto che man mano che il testo prenderà corpo forniremo qualche pagina.


giovedì 16 luglio 2009

Indovina cosa c'è per cena!

Il ricco buffet della serata.

"Nella cultura occidentale tale pratica è oggi vista come una barbarie o come unica alternativa per alcune popolazioni alla morte di fame."
Lo confesso, ho ceduto alla barbarie e non contento della china su cui ho scivolato ho costretto la mia famiglia a seguirmi. Atti criminali? Usura? Sfruttamento? Atti contro la morale? Niente di tutto questo. Parlo di entomofagia, della pratica che prevede il consumo alimentare di insetti. È già il terzo anno che il Museo di Storia Naturale di Bergamo "Enrico Caffi" organizza una "degustazione" a base di insetti, e sabato 11 luglio 2009 vi ho partecipato. Come preparazione mi sono gustato due conferenze introduttive all'argomento; la prima del Dott. Roberto Fabbri introduceva all'entomofagia, mentre la seconda, del Professor Maurizio Paletti dell'Università di Padova, mostrava i risultati delle ricerche che svolge da tempo sull'entomofagia nel mondo e che possono essere riassunti nella frase: molta gente nel mondo mangia insetti. In realtà volevo partecipare anche al seminario introduttivo dove il critico enogastronomico Davide Ottolini mi avrebbe introdotto all'abbinamento del vino ad un determinato piatto di insetti, ma quando ho telefonato le prenotazioni erano già chiuse.
Tornando alla serata le due conferenze si sono rivelate interessanti oltre ogni più rosea aspettativa. Ho scoperto che ognuno di noi mangia quotidianamente insetti, nella pizza e nella pasta per esempio vi sono sempre frammenti di questi invertebrati al punto che la quantità massima è normata per legge. Ho scoperto anche che mangiare insetti fa bene: hanno una altissima quantità di ferro, di calcio e di omega 3 e bassissime concentrazioni di grassi insaturi. A differenza di alcune popolazioni asiatiche ed amazzoniche (a livello mondiale è stato calcolato che le specie di insetti utilizzate come alimenti dall'uomo sono oltre 1400), tuttavia, gli occidentali considerano il mangiare insetti un tabù. Personalmente avevo rotto questo tabù molti anni fa assaggiando alcune termiti in Africa e quindi lo spuntino a base di grilli caramellati, camole al cioccolato, riso freddo con grilli e camole, bachi da seta ed altro ancora tutto sommato non mi ha sconvolto più di tanto, soprattutto perché ad accompagnarlo c'era un discreto Chianti classico. L'unico rimpianto è che il mio palato non è stato preparato a sufficienza e non sono perciò riuscito ad afferrare pienamente il sapore dei piatti proposti, soprattutto quando si parlava di gusto di miele, mandorla e pinoli.
Ecco qualche immagine che ho catturato con il cellulare (perdonate la bassa qualità degli scatti!).


Il grillo caramellato.


Le camole al cioccolato.



Dedico il post a tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno proclamato: "Scusi, cameriere. Ho un insetto nel piatto."



Tutte le fotografie sono di Livio L.

martedì 14 luglio 2009

The Superorganism: beauty, Elegance and Strangeness of Insect Societies


Un libro di 350 pagine sulle formiche? Cosa c'è da dire sulle formiche? Questa è l'usuale reazione quando parlo di formiche ai miei studenti. Incredulità, stupore, imbarazzo (forse il prof. sta diventando matto, segnali ce ne sono da tempo) si dipingono sul volto dei giovani che volenti o nolenti stanno ad ascoltarmi. Ben presto la sorpresa lascia spazio all'interesse. Le categorie di riferimento della vita sociale di questi insetti sono ben diverse dalle nostre, ma in fondo l'uomo vive di storie e sentir parlare di società gigantesche dove il lavoro è coordinato come in una multinazionale, dove la sessualità della maggior parte dei membri è repressa, dove l'agricoltura è stata scoperta molto prima dell'origine dell'uomo, attira anche le menti più restie ad entrare in contatto con esseri viventi diversi da loro. Da quando le formiche sono entrate di diritto tra i miei argomenti oggetto di lezione il riferimento principale è sempre stato il libro "Formiche" di Bert Hölldobler e Edward O. Wilson che risale al 1994 (1997 nell'edizione italiana). Si tratta del riassunto della monografia del 1990 con cui gli autori vinsero il premio Pulitzer. Ad oltre 18 anni di distanza i due hanno edito un nuovo volume, "The Superorganism", un'opera monumentale per formato (522 pagine, 202 x 254 mm di pagina), per immagini e illustrazioni (110 a colori e 100 in bianco e nero, anche se a dire il vero molte delle fotografie sono già presenti in Formiche) e per comprensibilità. Stavolta non sono le formiche a monopolizzare la scena, ma i superorganismi, le società di insetti che possiedono un'organizzazione analoga ai singoli organismi. Una colonia di formiche o di api, per esempio, è suddivisa in regine ed operaie che sono l'equivalente dei genitali, le prime, e di tutti gli altri tessuti corporei, le seconde. Lo scambio di alimenti tra i vari membri di una colonia imita il sistema circolatorio mentre il sistema immunitario è costituito dalla casta dei soldati e i paragoni potrebbero continuare a lungo.
Il saggio parte dall'origine dei superorganismi. In seguito si scopre che l'organizzazione di un superorganismo si fonda su semplici comandi (regole, algoritmi? Chiamateli come volete) che guidano le azioni delle singole unità di una colonia nella vita quotidiana, che i superorganismi sono di vari tipi ed organizzazioni, che i più complessi sono quelli delle formiche tagliafoglie, che esistono conflitti continui tra le operaie...
Libro riuscito quindi? Qualche ombra c'è. A differenza del precedente volume, questo è di lettura più difficoltosa, soprattutto nelle prime 150 pagine. Questo è un libro specialistico, mentre Formiche era divulgativo, ma la mia difficoltà non sta tutta qui. Illuminante è stata la confessione di Wilson e Hölldobler a riguardo del disaccordo (se avete possibilità di leggere Science cliccate qua per collegarvi all'intervista-confessione dei due) che si è prodotto tra i due . I due dissentono tra loro per quanto riguarda l'origine della eusocialità. Wilson pensa che siano le condizioni ambientali a portare alcuni insetti alla cura dei giovani facendo così scattare uno dei requisiti per lo sviluppo della socialità (la presenza di più generazioni in un unico complesso). Hölldobler invece crede che responsabile dell'origine di un superorganismo sia la selezione di parentela. La selezione di parentela è una particolare forma di selezione naturale che si sviluppa tra individui imparentati che favorisce comportamenti dannosi per il singolo se portano beneficio agli altri membri del gruppo. Nel testo non si coglie apertamente questo disaccordo, ma a posteriori credo che il tentativo di far combaciare in qualche modo le due posizioni abbia contribuito ad appesantire la prima parte.
Interessanti, ma controversi sono i capitoli 7 (The Rise of the Ants) e 8 (Ponerine Ants: The Great Radiation) riguardanti l'evoluzione delle formiche entrambi redatti da Wilson. Controversi perché? Wilson sembra aver tralasciato gli sviluppi degli ultimi vent'anni al punto che alcuni mirmecologi lo hanno duramente criticato. Per esempio l'autore insiste nel considerare monofiletici alcuni gruppi di formiche poneromorfe, ma ormai sembra essere l'unico a insistere in questa ipotesi. Attenzione quindi a questi capitoli, andrebbero letti solo accompagnati da testi più recenti (eccone alcuni: Astruc et al 2004, Moreau et al 2006, Brady et al 2006, Ouellete et al 2006, Rabeling et al 2008).
Volete sapere se The Superorganism diventerà il mio prossimo testo di riferimento? Sicuramente! È ben scritto e tratta argomenti che il precedente non trattava. Va solo integrato, d'altronde il saggio scientifico perfetto non esiste!

THE SUPERORGANISM
The Beauty, Elegance, and Strangeness of Insect Societies By Bert Hölldobler and Edward O. Wilson Illustrated. 522 pp. W. W. Norton & Company. $55

venerdì 10 luglio 2009

Forme nane e forme normali

Mi sono sempre chiesto perché nessuno studioso si occupi dello status specifico dei conchigliofili ed in particolare di quelle popolazioni che sembrano controparti in minatura di alcuni ciclidi. Si tratta di speciazioni in atto? Sono specie vere e proprie? Finalmente queste domande sembrano interessare qualchedun altro, oltre a me ovviamente, che per cercare una risposta si è dedicato ai Telmatochromis.
In Telmatochromis temporalis esiste una forma che per semplicità possiamo chiamare "normale" ed una di dimensioni minori che chiameremo, seguendo l'articolo, nana. La forma normale vive nella zona rocciosa, mentre la forma nana vive nei letti di conchiglie.


Una forma nana, conchigliofila, di Altolamprologus compressiceps. È una specie a se stante o no?
Foto di Livio L.

L'analisi ha mostrato che ogni forma nana è imparentata con la forma normale presente nella stessa località (Chibwensolo, Nkumbula e Wonzye). Le forme nane dovrebbero essere quelle derivate dato che le forme normali mostrano una maggiore variabilità genetica. Ancora più interessante è il fatto che i temporalis normali e quelli nani dell'area Nkumbula-Wonzye mostrino tra loro una discreta differenziazione a livello genetico oltre che morfologico. Probabilmente siamo di fronte al primo passo della speciazione, una speciazione che sembra essere orientata da fattori ecologici piuttosto che geografici. A guidare la mano della selezione naturale sarebbe la predazione che spinge verso taglie diverse e non la selezione sessuale come nei ciclidi del lago Vittoria.
Un altro argomento importante che questo articolo tratta riguarda i maschi sneaker. Gli sneaker sono maschi della forma normale, ma di piccole dimensioni, che incapaci di avere un proprio territorio approfittano degli accoppiamenti altrui per intrufolarsi e rilasciare i propri spermatozoi sulle uova appena deposte. Si tratta ovviamente di una tecnica di rapina. Ebbene gli sneaker che ruolo hanno nella divergenza tra le forme normali e nane? Sono responsabili del flusso di geni tra le due forme?
Un articolo di grande interesse che finalmente tratta l'evoluzione di forme diverse in popolazioni di pesci che non siano spinarelli.



Takahashi T, Watanabe K, Munehara H, Rüber L, Hori M. 2009. Evidence for divergent natural selection of a Lake Tanganyika cichlid inferred from repeated radiations in body size. Molecular Ecology, 18, 31103119.

Un commento
Arnegard, M.E. 2009. Ongoing ecological divergence in an emerging genomic model. Molecular Ecology 18: 2926–2929.