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venerdì 31 agosto 2012

Thorichthys aureus; le larve

Con oltre 30°C le uova si sono schiuse in poco più di 24 ore e le larve sono state radunate dalla madre, un piccolo caterpillar viste le buche che sta costruendo, in prossimità del masso eletto a nido. Come in ogni sana famiglia di ciclidi con un certo tocco di dimorfismo sessuale è soprattutto la femmina che si prende cura dei piccoli mentre il padre al minimo accenno si ritira nelle stanze nel retro. Per rifarsi scaccia i T. socolofi.   Ecco un breve video che mostra le larve ancora incapaci di nuoto insieme ai genitori.


Dopo aver visto alcuni filmati di Thorichthys fluviali ho aumentato la circolazione dell'acqua con una pompa da 2800 l/h. I pesci non sembrano essere stati particolarmente toccati dal cambiamento che non è di poco conto anche se non ho ancora capito se hanno gradito.

lunedì 27 agosto 2012

Thorichthys aureus in riproduzione

Poco più di un paio di settimane in vasca, di cui una senza che il sottoscritto fosse a casa, e gli aureus hanno iniziato a deporre (come da manuale si tratta di una deposizione su substrato all'aperto). Tra l'altro la deposizione è avvenuta sulla parete verticale della roccia che fronteggia il vetro frontale, posizione ideale per scattare qualche fotografia. Forse i cambi d'acqua giornalieri, l'intensa alimentazione,  le temperature elevate hanno contribuito a spingere la coppia verso il lieto evento. Oppure più semplicemente quando una coppia inizia la fase riproduttiva le è difficile uscirne. Ecco alcune immagini che spero rendano l'idea del serrato rituale di deposizione e fecondazione. Non si tratta del girotondo dei ciclidi incubatori orali dove le uova sono deposte una alla volta e subito ingoiate dalla femmina. In quel caso occorre sequestrare l'uovo prima che possa essere divorato. Nei ciclidi che depongono su substrato le uova sono sempre in bella vista, soprattutto se deposte all'aperto.




La coppia di Thorichthys aureus durante la deposizione delle uova. L'esemplare a destra è la femmina.

Aggiungo un video tremolante, ma non ho avuto modo di girarne altri purtroppo, del balletto della deposizione. Enjoy.


sabato 25 agosto 2012

Hemitaeniochromis brachyrhynchus: dalle profondità del lago Malawi

Divora le larve e le uova di altri ciclidi costringendo con la forza le madri che le incubano a sputarle; vive in profondità nel lago Malawi; in decenni di raccolte è stato pescato solo due volte e non se ne conosce l'aspetto, scusate, la livrea da vivo. Si tratta di Hemitaeniochromis brachyrhynchus. È solo una delle 3000 presunte specie di Ciclidi (avete letto bene, 3000, stiamo parlando della più ricca famiglia di vertebrati e per confronto basti dire che tutti i mammiferi ammontano a poco oltre quota 5700) e quest'anno è già la terza che esce dal cassetto di un museo. Oltre quindi ad essere brutto, perlomeno da morto, e "cattivo" per gli standard umani, questo ciclide si nasconde nelle acque più profonde del lago, un ambiente poco noto che sicuramente riserva ancora delle sorprese. Di seguito la consueta presentazione.
Hemitaeniochromis brachyrhynchus Oliver, 2012

L'olotipo di Hemitaeniochromis brachyrhynchus.
Oliver M. K., 2012

Diagnosi La specie si distingue per la ridotta dimensione dell'osso lacrimale che rende il muso più corto dell'occhio e per l'occhio di grandezza spropositata. Il disegno di barre e strisce sui fianchi è meno delineato rispetto a quello di H. urotaenia. La colorazione in vita è sconosciuta.

Distribuzione e ambiente La specie è stata raccolta solo due volte in località del lago distanti tra loro 270 km. L'individuo su cui si basa la descrizione della specie (l'olotipo) è stato pescato dall'autore tra i 17 e i 38 m di profondità nel 1980 a Thumbi Island. L'altro individuo è stato acquistato da un pescatore locale a Nkhata Bay nel 1997. Probabilmente questo ciclide ha ampia distribuzione nel lago nelle zone rocciose di acqua profonda.
Le due località di raccolta della specie (la barra equivale a 100km).
Oliver M. K., 2012

Etimologia Il nome brachyrhynchus deriva da due parole greche che significano "muso breve" e indica la dimensione ridotta della testa nella regione dell'occhio. La specie è stata presentata sotto il nome di Hemitaeniochromis sp. "insignis big eye" in un'immagine del libro The cichlid diversity of Lake Malawi/Nyasa/Niassa: identificazione, distribution and taxonomy.

Un particolare del muso particolarmente corto della nuova specie.
Oliver M. K., 2012

Ecologia La mascella inferiore robusta, i denti profondamente ancorati in essa e leggermente rivolti verso l'esterno, il muso corto sono caratteristiche tipiche di pesci specializzati nel nutrirsi di larve e uova di altri ciclidi (ciclidi pedofagi). Generalmente i pedofagi molestano le femmine in incubazione orale di altri ciclidi continuando a colpire con il muso la gola delle malcapitate finchè quest'ultime sputano la prole che viene prontamente divorata dal predatore. Il pedofago più specializzato e raccapricciante nella tecnica di caccia è tuttavia del lago Vittoria che con la bocca blocca il muso di una femmina in incubazione fino a farle sputare i piccoli o le uova. Purtroppo lo stomaco esploso durante la cattura dell'olotipo e l'impossibilità di controllare quello del secondo individuo non hanno potuto confermare l'ipotesi di pedofagia.

Un particolare della mascella inferiore con i denti che puntano verso l'esterno.
Oliver M. K., 2012


Note Nel 1989 Eccles e Trewavas erigevano 23 nuovi generi di ciclidi del lago Malawi differenziati in base ai disegni scuri che formano barre, strisce, macchie lungo i fianchi (disegno melaninico) e alle loro specializzazioni alimentari. Uno di questi nuovi generi era Hemitaeniochromis che conteneva una sola specie predatrice H. urotaenia. Con il tempo sono state incluse altre specie nonostante la dentizione non fosse conosciuta e i disegni melaninici fossero diversi. Per questo motivo Michael Oliver, l'autore dell'articolo, propone di includere in Hemitaeniochromis solo H. urotaenia e H. brachyrhynchus. Questo sulla base del disegno melaninico costituito da una striscia scura frammentata a metà del fianco che parte dietro l'occhio e continua senza frammentarsi nella parte posteriore fino al peduncolo caudale. Oliver propone anche di mantenere nel genere Protomelas le specie spilopterus e insignis che Ad Konings suggeriva di spostare in Hemitaeniochromis. Tra l'altro l'autore sospetta che P. insignis e Otopharinx ovatus siano la stessa specie. Protomelas continuerebbe quindi a rappresentare un genere contenitore formato da specie probabilmente non imparentate, ma allo stato attuale delle conoscenze non sembra possibile trovare una sistemazione migliore. Benchè non si conosca la loro dentizione, solo tre ulteriori specie dovrebbero appartenere al genere Hemitaeniochromis: H. sp. ‘insignis mumbo’, ‘H.’ sp. ‘spilopterus kande’ e ‘H.’ sp. ‘urotaenia tanzania’.
Un Hemitaeniochromis urotaenia.
Oliver M. K., 2012


Oliver, M. K. 2012. Hemitaeniochromis brachyrhynchus, a new species of cichlid fish from Lake Malawi, with comments on some other supposed members of the genus (Teleostei: Cichlidae). Zootaxa 3410: 35–50.



mercoledì 22 agosto 2012

Nuovi arrivi: Thorichthys aureus, finalmente


La coppia di Thorichthys aureus


Tu puoi pensare che trent'anni di vasche, pesci, cambi d'acqua e mangimi ti possano preparare a tutto o quasi. Nella tua carriera hai imparato anche che prima di partire per le vacanze non si dovrebbe sconvolgere le vasche, spostare pesci, introdurre nuovi arrivi. Tuttavia qualunque barriera eretta per resistere alle lusinghe del mondo circostante può sgretolarsi. È stato il mio caso quando, dopo mesi di astinenza, mi sono recato dal solito "spacciatore" di ciclidi. Ero pronto a tutto, ma non alla visione di una coppia di Thorichthys aureus in riproduzione. Negli anni ho acquistato mucchi, macché mucchi, valanghe, di aureus che in realtà erano altro. Nulla di grave, mi sono divertito ugualmente - non è un nome che può cambiare la percezione dell'esperienza di tenere un acquario - e ho goduto della visione delle riproduzioni di questi pesci, ma l'aureus è un'altra cosa. Questi per esempio erano maculipinnis. Quel giorno quindi tornai a casa, dopo un paio di ore in serra e un pranzo, con l'ennesima coppia di aureusl'oggetto del desiderio. Due giorni dopo però sarei partito. Nessun problema, forse, se la vasca che li avrebbe ospitati fosse stata vuota, ma vi avevo appena spostato i T. socolofi. L'accoglienza nell'acquario non fu delle migliori. La coppia di socolofi scacciava i nuovi arrivati, ma nulla di preoccupante. Le scaramucce tra Thorichthys non sono mai serie e non ho mai osservato ferimenti o uccisioni. Sono tuttavia partito con qualche remora. La teoria rassicura, ma la pratica delude. "Tutti questi anni e mi comporto ancora come un principiante."
Al ritorno la situazione era cambiata. Gli aureus avevano conquistato il centro della vasca relegando l'altra coppia nella parte laterale. Nessuna ferita, solo qualche inseguimento. "Fortunato, vecchio. Fortunato." Inoltre tutte e due le coppie erano impegnate negli usuali comportamenti che precedono la deposizione: scavo, pulizia di sassi, spostamenti di sabbia, girotondi tra maschio e femmina. Ancora una volta trovavo la conferma che con questi ciclidi mettere delle coppie nella stessa vasca rafforza il legame.
T. aureus è diffuso in Guatemala, Belize e Honduras. È una specie fluviale che predilige acque chiare, correnti e dall'ossigenazione elevata. Come altre specie (T. maculipinnis, T. callolepis, T. helleri) sviluppa un muso lievemente arrotondato con mascelle di uguali dimensioni, caratteristica che lo distinguono dall'altro gruppo di specie dal muso spiovente (T. meeki e T. pasionis per citarne due) che prediligono il caldo. Preferisce acque con temperature comprese tra i 24 e i 28°C che mi costringono a combattere le temperature oltre i 30°C di questa estate con cambi d'acqua giornalieri del 40% del volume della vasca. Come al solito quando si ha a che fare con organismi viventi non esiste però una chiara divisione di ruoli tra i due gruppi di Thorichthys. Alcune popolazioni di T. meeki vivono in turbolente e fredde acque di torrente come altre popolazioni di T. aureus frequentano ambienti lacustri più caldi. Fluviali o lacustri, comunque, tutti i Thorichthys sono pesci che allevati in vasche poco pulite e dal filtraggio inadeguato rischiano di ammalarsi e di morire precocemente di bloat

Ecco un video ripreso con Ipad. Spero che renda l'idea di come sono questi pesci. Il filmato purtroppo alimenta il sospetto che non si tratti di T. aureus.




E se domani qualcuno mi dirà che non si tratta di Thorichtys aureus, poco male. La ricerca continuerà.

Update: mi hanno chiesto in FB se i danni alla pinna dorsale del maschio siano dovuti al combattimento con il T. socolofi che si intravede nel video. La risposta è no. Il maschio di T. aureus presentava quei danni già nelle vasche del negoziante, ma la sua bellezza e l'affiatamento della coppia mi hanno spinto all'acquisto compulsivo.




sabato 11 agosto 2012

Dalle profondità del lago Malawi: Hemitaeniochromis brachyrhynchus. Comig soon


Michael Oliver, 2012

Mangia i bambini, pardon, le larve costringendo le madri che le incubano a sputarle; vive in profondità nel lago Malawi (tra i 17 e i 38 m), in trent'anni è stato pescato solo due volte e non se ne conosce la livrea da vivo. Si tratta di Hemitaeniochromis brachyrhynchus. A breve il commento.

Oliver, M. K. 2012. Hemitaeniochromis brachyrhynchus, a new species of cichlid fish from Lake Malawi, with comments on some other supposed members of the genus (Teleostei: Cichlidae). Zootaxa 3410: 35–50.


venerdì 10 agosto 2012

La cena entomofoga: casu marzu

Ai soldati del Barbarossa venne offerto come afrodisiaco, a noi invece come prodotto di nicchia e leccornia. Sto parlando del "formaggio saltante", anzi dei formaggi saltanti, che la sera del 7 luglio al Museo di Scienze Naturali di Bergamo ho avuto modo di degustare: casu marzu (formaggio marcio significa, sardo di origine) e nisso (piacentino). Vengono detti saltanti perché la larva della mosca casearia è in grado di effettuare salti di oltre 15 cm come ho avuto modo di constatare inseguendone alcune sul tavolo di degustazione. A detta dell'esperto Davide Oltolini i due formaggi si differenziano per il sapore, ma evidentemente il mio palato poco allenato non è grado di cogliere le fini sfumature che li distinguono. Il casu marzu è giunto da Oliena grazie a Antonio Putzu che ha offerto una brillante introduzione al prodotto e a tutto ciò che vi gira intorno.
Alla degustazione eravamo in 200, alcuni giunti da Lucca e dalla Val d'Aosta, e ci siamo avventati come le cavallette, anzi come i grilli offerti a complemento, sulle varie forme. Potete trovare una breve introduzione al programma della serata e a Piophila casei qui. Ed ora spazio alle immagini.


Le due forme di casu marzu e di nisso in secondo piano.





Incontro ravvicinato con il casu marzu, VIP dei formaggi saltanti.


Il nisso, formaggio che non praticamente mercato, chissà perché.

Se volete sapere di più sull'entomofagia, ascoltate l'intervento del Direttore del Museo Marco Valle alla trasmissione "Occhio alla spesa" (ho assaggiato i piatti sopravvissuti al ritorno in aereo!).



giovedì 9 agosto 2012

La scienza dell'acquario

"Quindi solo chi ama le scommesse e adora le materie scientifiche e ha la pazienza di un santo è un perfetto candidato per diventare un buon acquariofilo."
Niccolò Ammaniti

Su Wired di Agosto il racconto di come negli anni '90 Niccolò Ammaniti si sia avvicinato agli acquari. Si parla di resilienza, acquari aperti, fascinazione. Una pagina da leggere per scoprire la propria identità e per sentirsi parte di un gruppo perché noi acquariomuniti in fondo siamo animali sociali.

martedì 7 agosto 2012

Le dimensioni contano: Congochromis robustus


Fotografia di Dierk Schaefer


Le dimensioni contano, anche in tassonomia. So cosa pensate, vi state sbagliando. Se parlassi di organi copulatori piuttosto che sulle dimensioni punterei sulla forma e scriverei di coleotteri e vespe. Per distinguerne le diverse specie, infatti, bisogna dare una sbirciatina con il microscopio ai suddetti organi, in questo caso il legittimo possessore deve essere sacrificato, e vi assicuro che in molti casi la realtà supera la fantasia. Soprattutto perché nella rapida evoluzione degli organi genitali di alcuni invertebrati sono all'opera forze che coinvolgono conflitti tra maschi e femmine e conflitti fra maschi e maschi. Qui però si parla di pesci, guardoni avvisati. Tralasciamo quindi le battute e spostiamoci al Museo Reale dell'Africa Centrale di Tervuren in Belgio dalle cui collezioni sono emersi cinque esemplari di difficile identificazione appartenenti al genere Congochromis. Congochromis è un genere di recente istituzione (2007) eretto per raccogliere specie del bacino del fiume Congo. Il genere più vicino a Congochromis è Nanochromis con cui condivide l'areale. A ben vedere quasi tutti i Congochromis raccolti nei vari musei sono di difficile identificazione., soprattutto perché sono stati raccolti vari decenni fa e nel complesso sono ciclidi poco noti. Il tempo ha cancellato i colori, non esistono note che li descrivano o informazioni sugli ambienti di origine. I cinque esemplari "riesumati" inoltre mostrano caratteri meristici (caratteristiche come numero dei raggi duri della pinna dorsale, numero di scaglie lungo la linea laterale che vengono utilizzate per la determinazione di una specie da parte degli ittiologi) che non sono granché dissimili da quelli di altre specie affini. L'unica carattere evidente sono le dimensioni, notevoli dimensioni. Potrebbe quindi trattarsi di esemplari di specie già note che hanno avuto la fortuna di crescere oltre misura grazie a un ambiente particolarmente protetto e ricco di cibo? Potrebbe essere dato che i pesci crescono indefinitamente a differenza di noi mammiferi. In natura succede di rado, ma in acquario gli esempi si sprecano. Gli mbuna del lago Malawi nelle vasche degli appassionati prive di predatori e sottoposti a valanghe di cibo ricco di proteine (l'obesità non è un problema solo umano, perlomeno in ambiente domestico!) raggiungono lunghezze sconosciute negli ambienti naturali. Tuttavia anche in acquario i Congochromis non hanno quasi mai raggiunto le dimensioni riportate per quei pesci. Quindi? Probabilmente si tratta davvero di una specie nuova che forse si differenzia dalle altre solo per la colorazione che non è ancora nota, ma qualche dubbio rimane. Non sarebbe la prima volta che specie ritenute differenti vengono riunite con il procedere delle conoscenze. Nel 2009 ha destato scalpore il caso di tre specie di pesci abissali appartenenti a famiglie, dico famiglie, diverse che si sono rivelate rispettivamente maschi, femmine e larve di un'unica specie. Qui trovato l'articolo con le immagini di questa incredibile specie della famiglia dei Cetomimidi.


Un video di presentazione del Museo Reale dell'Africa Centrale a Tervuren.

Congochromis robustus Lamboj 2012

Diagnosi L'unica differenza che sembra contraddistinguere nettamente questa specie da quelle affini sono le dimensioni (75.6 mm di lunghezza standard, non si misura la coda cioè, contro i 49.5 mm di C. dimidiatus, 51.5 mm di C. pugnatus, i 52.5 mm di C. sabinae e i 44.7 mm di C. squamiceps). A differenziare ulteriormente la specie concorrono anche i rapporti calcolati tra varie misure corporee (lunghezza del muso in rapporto percentuale rispetto all'altezza per esempio) che vanno in generale considerati con qualche diffidenza dato che in un organismo le diverse parti crescono con velocità differenti nel corso della sua vita (in biologia si parla di  allometria). Individui grandi possono apparire diversi nelle proporzioni da quelli piccoli. Pensate ai bambini che hanno teste e occhi più grandi rispetto agli adulti. Nel caso dei ciclidi il discorso può essere simile anche se non vengono comparate fasi diverse (giovanili e adulti) del ciclo vitale di una specie.

Distribuzione La specie è stata raccolta unicamente a Yaekama, nel bacino del fiume Congo a occidente della città di  Yangambi, Repubblica Democratica del Congo.

Etimologia Il nome robustus indica la corporatura tozza e di grandi dimensioni degli esemplari campionati.

Note Della nuova specie non si conoscono colorazione e caratteristiche ecologiche. Gli individui utilizzati per la descrizione sono stati raccolti nel 1954 da J. P. Gosse, ittiologo dell'Istituto Reale Belga di Scienze Naturali

Lamboj A. 2012. A new species of the genus Congochromis (Cichlidae) from the Central Congo basin.  Cybium, 36(2): 349-352.


L'altro ciclide che quest'anno è stato descritto unicamente sulla base di esemplari rinvenuti in un museo è Tilapia konkourensis.