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venerdì 27 luglio 2012

Le dimensioni contano: Congochromis robustus. Coming soon

Una nuova specie descritta sulla base di un esemplare depositato al Museo Reale dell'Africa Centrale di Tervuren (Belgio) a opera di Anton Lamboj. Quest'anno sono già due i ciclidi che spuntano dai cassetti dei musei (Tilapia konkourensis è l'altro). A breve il commento e se vi interessa sono in giro per fontanili! Ecco il perché qua sotto si è intrufolata una Orthetrum coerulescens, una libellula in cui mi imbatto frequentemente.

Orthetrum coerulescens

Ringrazio Ingo Schindler per avere messo a disposizione l'articolo.


giovedì 26 luglio 2012

Crenicichla chicha, una Crenicichla differente

Possiamo conoscere il nome di un pesce, anzi di tutti i pesci del mondo - io mi accontenterei di quelli europei e africani-, ma non significa che lo conosceremmo. Ciò che importa è cosa un pesce fa. Ribadire la supremazia dell'ecologia sulla tassonomia può suonare beffardo se viene letta in blog che sopravvive presentando i ciclidi recentemente descritti. Dare i nomi è attività umana. Soffermiamoci sulla specie di oggi, Crenicichla chicha. Stiamo parlando di un predatore che appartiene a un genere caratterizzato dal corpo cilindrico e dalla fame insaziabile,  perlomeno in acquario. Stiamo parlando del genere di ciclidi più ricco del Nuovo Mondo (siamo oltre le 80 specie) che inoltre si trova ad avere ampia diffusione. Stiamo parlando di ciclidi che a prima vista possono apparire tutte uguali, ma che in realtà hanno sviluppato adattamenti unici. Una sola barra lungo i fianchi, varie barre, singole o doppie, macchie rettangolari o circolari, tinte unite. Non basta la livrea? Soffermiamoci sulla testa allora. Bocche piccole e mascelle che possono essere uguali. Bocche grandi e mascelle inferiori sporgenti. Bocche grandi, labbra enormi e mascelle superiori sporgenti. Non basta ancora? Colonizzano un po' di tutto, dall'acqua veloce delle rapide a quella ferma delle pozze. Possiamo dare il nome a tutte queste diverse forme, ma sapremo come vivono? Conosceremo perché sono così? È l'ascendenza o l'ambiente ad averle plasmate? Ad ogni bocca il suo cibo o viceversa e i ciclidi dei grandi laghi ci hanno abituato a pensare che le diverse popolazioni evolvono crani differenti una volta che si trovino isolate e che siano costrette a specializzarsi in alimenti differenti. Anche i ciclidi dei fiumi si comportano nello stesso modo? Probabilmente no, ne parlerò prossimamente. La specie di oggi vive in acque correnti, anche se fa di tutto per restare fuori dal loro flusso caotico, e mostra caratteri unici o quasi (margine dei preopercoli liscio e un paio di ossa del cranio che si sono unite). Ora ha avuto il suo nome, ma inquadrarla nel contesto generale è difficile. Un domani, forse, scopriremo i suoi perché. 


Crenicichla chicha
Foto di Cláudio Henrique Zawadzki





Crenicichla chicha Varella, Kullander, Lima, 2012


Diagnosi Specie allungata e di taglia media (137 mm di lunghezza massima conosciuta) distinguibile dalle specie affini per il corpo lateralmente compresso invece che cilindrico e robusto, per l'assenza della macchia posta subito dopo l'opercolo branchiale e per una serie di caratteristiche evidenziabili solo all'analisi anatomica  (margine dei preopercoli liscio, due ossa infraorbitali unite tra loro, assenza di microbranchiospine). Il colore del corpo è bluastro, mentre quello della testa è giallo limone. Sui fianchi sono presenti strisce irregolari arancioni. Le pinne impari appaiono rosse.


Varella, Kullander, Lima, 2012

Distribuzione Rio Papagaio, un affluente del Rio Juruena che a sua volta appartiene al bacino idrografico del Rio Tapajós nello stato del Mato Grosso in Brasile.

Ecologia Il Rio Papagaio è caratterizzato da acqua chiara, da numerose rapide e dal fondo roccioso. La nuova specie è stata raccolta, invece, in corsi d'acqua minori, meno veloci e dal fondale fangoso che si gettano nel corso principale. In alcune località vive insieme a un'altra Crenicichla del gruppo saxatilis.

Etimologia Il nome deriva dalla festività tipica dei Paresi, indigeni originari della regione del bacino idrografico del Rio Juruena del Mato Grosso.

Note C. chicha presenta caratteristiche che la avvicinano a C. hemera, una specie delle rapide diffusa nel bacino idrografico adiacente a quello di C. chicha. Ambedue le specie non possono essere ricondotte a nessuno dei gruppi in cui è tradizionalmente suddiviso il genere. 



Varella H., Kullander S. O., Lima F. C. T.  2012. Crenicichla chicha, a new species of pike cichlid (Teleostei: Cichlidae) from the rio Papagaio, upper rio Tapajós basin, Mato Grosso, BrazilNeotropical Ichthyology, 10(2): 233-244.




lunedì 16 luglio 2012

Divagazioni estive: Dawkinsia

L'estate spinge a leggere e per Mahengechromis significa sconfinare in territori poco noti. Così su consiglio del Percomorfo si finisce tra i ciprinidi e in particolare sull'ultimo numero di Ichthyological exploration of freshwaters dove è presente un contributo su Puntius, un genere contenitore che per numero di specie (120) ha poco da invidiare a Haplochromis. Vista la temperatura e dato l'andazzo tassonomico degli ultimi tempi dico solo che nella revisione di Puntius spuntano tre nuovi nomi, Dravidia, Pethia (P. nigrofasciata e P. conchonius, giusto per citare un paio di specie di interesse acquariofilo) e Dawkinsia. Quest'ultimo, che raggruppa le specie dell'isola di Sri Lanka e dell'India meridionale, è dedicato a Richard Dawkins, biologo e autore che non credo occorra presentare. A breve Crenicichla chicha, sperando di poter pubblicare le fotografie della specie.

Scaricate l'articolo, è open access:

Pethiyagoda, Rohan, Madhava Meegaskumbura and Kalana Maduwage: A synopsis of the South Asian fishes referred to Puntius (Pisces: Cyprinidae). Ichthyological Exploration of Freshwaters, 23(1): 69-95.

A. Dawkinsia filamentosa, B. Dawkinsia assimilis.

Collins RA, Armstrong KF, Meier R, Yi Y, Brown SDJ, et al. (2012) Barcoding and Border Biosecurity: Identifying Cyprinid Fishes in the Aquarium Trade. PLoS ONE 7(1): e28381.

 

venerdì 13 luglio 2012

Crenicichla chicha: coming soon

Una nuova Crenicichla che vive in acque veloci descritta da Sven Kullander e soci. Potrebbe trattarsi di questa.




Consiglio vivamente inoltre di fare un giro sul sito di Marcelo Krause, una vera gioia per gli occhi!

mercoledì 11 luglio 2012

Tilapia dal cassetto: Tilapia konkourensis



Olotipo di Tilapia konkourensis.
Dunz A. R., Schliewen U. 2012.


"Le scoperte più importanti si fanno nei cassetti dei musei". Lo scriveva il compianto Stephen Jay Gould. Spesso capita, infatti, che nei depositi dei musei siano presenti esemplari o fossili sconosciuti e trascurati che talvolta si dimostrano importanti per il progresso scientifico. Quella di oggi è una variante del fenomeno. I reperti saliti di recente alla ribalta ciclidofila erano già noti agli studiosi, ma erano stati male identificati e solo un lavoro di revisione successivo ha messo in luce la loro peculiarità e importanza. È il caso di una nuova Tilapia la cui forma allungata indica che vive in acque molto veloci. Ambienti speciali richiedono adattamenti speciali e vivere in acque correnti o continuamente mosse non è impresa facile. Scrivo "speciali" con un certo imbarazzo dato che trovo incredibile che aree ad alta energia come la regione di litorale sotto l'influsso delle maree o i torrenti montani o le zone di rapida possano essere ritenute zone inconsuete. Cosa c'è di speciale in un tratto di costa? Trovo altrettanto incredibile il concetto di speciale se applicato a organismi come i teleostei che hanno una diversità molto ampia. Come si può definire speciale una serie di forme adattate alle acque veloci? Qual è la forma "normale" di un pesce? Utilizzo speciali comunque perché gli ambienti ad alta energia spingono molti teleostei a rispondere all'habitat in modo simile. È il fenomeno della convergenza evolutiva. In questi ambienti vivono pesci che sembrano essere stati schiacciati da un camion tanto sono appiattiti oppure che assumono la forma di grossi sigari eretti sulle pinne pettorali. La maggior parte di loro è priva di vescica natatoria (vescica gassosa) e di scaglie, ma può essere provvista di un disco adesivo formatosi dall'unione delle pinne pelviche o dalla modificazione della bocca. Tutti questi pesci sono inoltre capaci di respirare efficacemente nonostante il rapido flusso dell'acqua. Si parla di circa 16 famiglie di pesci ossei distribuite in almeno 5 ordini differenti. Anche tra i ciclidi ci sono specie adattate alle correnti. Sto parlando di forme neotropicali come le Crenicichla o di generi africani come Teleogramma o Steatocranus e degli eretmodini (i ciclidi ghiozzo) del lago Tanganica. Da oggi ce anche una Tilapia in più.



Tilapia konkourensis Dunz & Schliewen, 2012

Diagnosi T. konkourensis si distingue da tutte le altre Tilapia per il corpo allungato rispetto alla sua altezza e per il numero di scaglie lungo la linea laterale inferiore che si attesta su 9-12 unità. Si differenzia da altri generi caratterizzati dal corpo allungato per il peduncolo caudale dotato di poche scaglie (come in Chilochromis duponti) o per i denti a forma di spatola, per le due diramazioni della linea laterale non connesse tra loro (come in Gobiocichla) e per l'assenza di una bozza sulla testa e per la scarsità di spine nella pinna dorsale (come in Steatocranus).


Distribuzione Areale ristretto al fiume Konkouré e ai suoi affluenti in Guinea. Vive in simpatria con T. reophila, la specie con cui era stata confusa. Con T. konkourensis la regione di Fouta Djalon accoglie una nuova forma endemica rivelandosi inaspettatamente ricca e biodiversa.



Mappa della regione occidentale della Guinea con la distribuzione di T. konkourensis (località con la stella).
Dunz A. R., Schliewen U. 2012

Etimologia Il nome deriva dal bacino idrografico in cui la specie vive.


Paratipo di Tilapia konkourensis.
Dunz A. R., Schliewen U. 2012.





mercoledì 4 luglio 2012

La cena entomofaga: il programma



Mancano pochi giorni alla cena a base di insetti. Ve la state facendo sotto?
Invito i decisi a tutto ad andare sul sito del Museo di Scienze Naturali di Bergamo per leggere il programma della serata. Come già anticipato, l'ospite d'onore è il formaggio con i vermi, il formaggio dopato dal dittero Piophila casei, una mosca grande la metà di quella domestica che si diverte a deporre le uova in sostanza putrescente come tante altre specie affini. L'orologiaio miope ha parlato recentemente del ciclo vitale della Piophila e quindi rimando al suo post per i particolari, soprattutto raccapriccianti. Dal testo arguisco che probabilmente l'orologiaio è prevenuto nei confronti dei formaggi e del cibarsi di insetti e in effetti devo confessare che il mio palato poco educato a chitina e derivati continua a ritenere che i primi posti di una eventuale classifica degli alimenti più gradevoli debbano andare a affettati come il salame e il culatello.
Voglio però tranquillizzarvi. Per riuscire a dare notizie accurate dell'evento mi sono procurato un taccuino adatto alla serata.