Privacy Policy e note legali

lunedì 30 aprile 2012

Mi si è allargato il genere: tre nuovi Australoheros brasiliani


Australoheros montanus
Felipe Ottoni, 2012

La sbornia da Australoheros non accenna a diminuire e con quelle di oggi siamo a 27 specie; non male per un genere istituito da pochi anni (2006, Rican e Kullander). I tre "nuovi" Australoheros dovrebbero essere sconosciuti all'acquariofilia e di uno solo di essi è nota la  colorazione in vita. Trovate le fotografie degli esemplari in alcool nell'articolo che è liberamente scaricabile. Se l'argomento vi appassiona sappiate che Cichlid News dedica un articolo al genere scritto da un esperto di ciclidi neotropicali, Willem Heijns. Prossimamente tornerò sull'argomento. Nel frattempo godetevi le nuove specie.



Australoheros mattosi Ottoni 2012

Diagnosi Le caratteristiche più evidenti che identificano la specie sono le vertebre caudali in numero di 12 (contro le 13 – 15 della maggior parte delle altre specie), le 14 vertebre precaudali (vs. 12 – 13), le tre barre addominali lungo i fianchi (vs. 4), le squame alla base della pinna anale che iniziano in prossimità del terzo raggio duro della pinna, le 26 vertebre, l'assenza di marcature scure nella regione preorbitale e l'evidente macchia tonda alla base del peduncolo caudale.
Distribuzione Bacini idrografici dei fiumi Rio Paraopeba e rio das Velhas, del rio São Francisco nello stato di Minas Gerais nel Brasile sud orientale.
Etimologia  La specie riceve il nome dallo zoologo Jose Leonardo de Oliveira.


Australoheros montanus Ottoni 2012

Diagnosi 12 vertebre caudali e 14 vertebre precaudali, tre barre addominali lungo i fianchi, una barra completa rossa sul margine posteriore della pinna caudale, muso privo di incavi, inizio delle squame alla base della pinna anale in prossimità del sesto raggio duro della pinna,  bocca con mascelle di uguale lunghezza (isognate), assenza di marcature scure nella regione preorbitale e macchia tonda alla base del peduncolo caudale. La livrea è marrone-rossastra e sui fianchi sono presenti 7 barre il cui colore varia dal marrone al verde fino al nero.
Distribuzione Bacino idrografico del Rio Paquequer e del rio Paraíba do Sul nello stato di Rio de Janeiro, Brasile sudorientale.
Etimologia La specie deve il suo nome ai rilievi montuosi della regione da cui proviene.


Australoheros tavaresi Ottoni 2012

Diagnosi 12 vertebre caudali e 14 vertebre precaudali,  tre barre addominali lungo i fianchi, inizio delle squame alla base della pinna anale in prossimità del sesto raggio duro della pinna, mascella inferiore più lunga di quella superiore (bocca prognata), assenza di marcature scure nella regione preorbitale, macchia tonda alla base del peduncolo caudale, corpo tozzo.
Distribuzione Bacino della regione superiore del rio Tietê e del rio rio nello stato di São Paulo nel Brasile sud-orientale.
Etimologia Questo ciclide deve il proprio nome a Felipe Tavares Autran, lo studente che per primo ha riconosciuto come sconosciuta la specie oggetto di descrizione in una monografia mai pubblicata dedicata al gruppo di Cichlasoma facetum.



Nell'articolo si aggiornano anche i tentativi di riunire le diverse specie in gruppi in base alla distribuzione geografica che presuppone una comune origine e a caratteristiche come numero di vertebre, strisce e barre, forma della macchia posta alla base della pinna caudale e numero di raggi ossei nelle pinne pettorali. I quattro gruppi sono i seguenti:
Gruppo A. scitulus: A. scitulus, A. charrua, A. taura.
Gruppo A. forquilha: A. forquilha, A. tembe.
Gruppo A. facetus: A. facetus, A. guarani.
Gruppo A. autrani (specie del Brasile orientale e sud-orientale definite soprattutto dal numero di vertebre): A. autrani, A. barbosae, A. capixaba, A. ipatinguensis, A. macacuensis, A. macaensis, A. muriae, A. paraibae, A. perdi., A. robustus, A. ribeirae, A. saquarema.



Ottoni F. P. 2012. Three new species of Australoheros from southeastern Brazil, with taxonomic notes on Chromys oblonga, Heros autochton and H. jenynsii (Teleostei: Labroidei: Cichlidae). Vertebrate Zoology, 62(1): 83 – 96.

sabato 28 aprile 2012

Fontanili per tutti


Il 9 maggio parlerò a Treviglio (BG) di fontanili e presenterò il breve trailer del documentario a cui sto lavorando. Vi aspetto.

lunedì 16 aprile 2012

Le parole che non vi ho detto: Thorichthys socolofi

Vi ho mai parlato dei miei Thorichthys socolofi? Forse non l'ho fatto fino a ora perché sono relegati in una vasca buia e poco considerata, ma sono pesci bellissimi (immagino i commenti di coloro che adorano il rosso sgargiante di T. meeki che qui manca). Li mostro in questo post per la prima volta anche se non si trovano nel periodo di massimo splendore dato che in vasca la temperatura è particolarmente bassa (21°C, non uso riscaldatori).


Maschio di Thorichthys socolofi.

Nelle fotografie che ho scattato manca la caratteristica banda scura a L, ma sono evidenti i disegni al termine della pinna anale e dorsale che si formano nella specie.


Maschio di Thorichthys socolofi.

I Thorichthys sono pesci ideali per coloro che vogliono allevare ciclidi centroamericani dato che non diventano particolarmente grandi (12 cm in genere) e non sono particolarmente aggressivi. Hanno bisogno di vasche poco capienti (250 litri) dove possono vivere a coppie; in particolare, T. socolofi è la specie più pacifica del genere. Le specie del gruppo helleri di cui fa parte (maculipinnis, sp. “Coatzacoalcos”, callolepishelleri, socolofi e aureus) sono specie fluviali (acque caratterizzate da flusso moderato, ossigenazione elevata, fondale sabbioso e visibilità a volte superiore ai 10 m) che si trovano normalmente a temperature inferiori a quelle richieste dalle altre specie di Thorichthys. T. socolofi vive nel Río Misalá, un affluente del Río Tulija all'interno del bacino idrografico del Río Grijalva, nello stato di Chiapas in Mexico, al di sotto dei 300 metri. Prossimamente sposterò la coppia in una vasca più grande per documentare adeguatamente la riproduzione.

venerdì 13 aprile 2012

Menta e sedano: l'acquario di fontanile


Menta e sedano. Non è il piatto del giorno, ma il profumo del fontanile, perlomeno per me. A volte il loro profumo è talmente penetrante che ancora prima della cortina arborea che isola la risorgiva dall'ambiente circostante, il sedano e la menta annunciano la presenza dell'acqua al visitatore.
Nella pianura centro-occidentale, dalle mie parti cioè, i fontanili non rispecchiano la diversità vegetale delle risorgive orientali. Ciò si deve alla periodica pulizia dell'ambiente emerso, le ripe, e di quello sommerso chiamata spurgo e che ha lo scopo di evitare l'interramento dei fontanili dovuto alla crescita della vegetazione acquatica che rallenta la corrente e favorisce la sedimentazione. In seguito allo spurgo la comunità vegetale è costituita da sedanina d'acqua (Berula erecta o Apium nodiflorum, due piante molto simili per forma in fase sommersa durante lo sviluppo vegetativo) che generalmente tende a formare popolamenti puri, da crescione acquatico (Nasturtium officinale), da menta acquatica (Mentha aquatica) e da nontiscordardimé palustre (Myosotis scorpioides). Questa comunità rappresenta la fase iniziale della vita di un fontanile.
A questa associazione vegetale mi sono ispirato nell'allestimento della vasca al Museo di Storia Naturale di Bergamo. In queste due immagini potete osservare a destra la menta, al centro la sedanina d'acqua con qualche nontiscordardimé che si staglia in altezza. Nella zona ombreggiata a sinistra è stato sistemato del muschio, probabilmente Fontinalis antipyretica. Gestire una vasca di questo genere non è difficile se si dispone di un refrigeratore che mantiene la temperatura dell'acqua tra i 12 e i 16°C e di sufficiente luce (probabilmente è il fattore critico in questa installazione). Durante il riarredamento dell'acquario ci siamo accorti che nella parte posteriore manca la sabbia di fondo. Prossimamente verrà introdotta in modo che  si possa piantare altra sedanina e menta.  


In uno dei prossimi post presenterò i pesci che popolano la vasca.

martedì 10 aprile 2012

Suggerimenti per Carnevale




Cari Biodiversi
come avete visto, abbiamo saltato una sessione del carnevale della biodiversità. Non perché non ci piacesse l'idea iniziale o fossimo troppo impegnati (oddio, magari anche sì) ma perché crediamo che la formula del carnevale della biodiversità, secondo noi, ha bisogno di una rinfrescatina e di modifiche per farla diventare agile e diversa. Ci siamo consultati fra noi, abbiamo alcune idee ma vorremmo che ci suggeriste voi quali cambiamenti potrebbero trasformare il carnevale in qualcosa di ancora più interessante e, magari, ancora più divertente.
Provate a mandare a uno di noi tre (o a tutti e tre, o a due) i vostri suggerimenti: li valuteremo, ne discuteremo e vi faremo sapere cos'è successo. Nella rete le cose possono andare lente o veloci, accelerare e frenare improvvisamente. Non sappiamo  quanto tempo impiegherà questo "sondaggio", ma prima o poi il carnevale rinascerà.

Leucophaea, L'orologiaio miope, Mahengechromis

venerdì 6 aprile 2012

Melanochromis mpoto e l'ennesima revisione del genere Melanochromis

Ciclidi che cambiano nome? Specie nuove? Si parla di Malawi ovviamente. È soprattutto per le specie di questo grande lago che periodicamente si aggiungono nuove conoscenze, si rivedono concetti o si stravolgono convinzioni (il motivo sta nel fatto che la maggior parte dei ricercatori si occupano di questo lago e non di Tanganica o Vittoria). Oggi è il turno dei Melanochromis, un genere di Mbuna, i piccoli ciclidi che frequentano le zone rocciose del lago Malawi. Dei Melanochromis, del valore del genere come categoria e della tassonomia del lago Malawi ho parlato abbastanza negli anni scorsi. Per rinfrescarsi le idee potete rileggere questo post del 2009. 
Riassumendo, i Melanochromis sono ciclidi erbivori o carnivori e quindi massicci o snelli in base al regime alimentare che possono essere riconosciuti dalla presenza di due strisce laterali orizzontali scure che si stagliano su un colore di fondo chiaro e dal cambiamento di livrea che accompagna i maschi in periodo riproduttivo o buona parte delle femmine adulte (l'intero corpo diviene scuro e le due strisce scure appaiono gialle, bianche o blu) anche  se in alcune specie questa inversione cromatica non è completa dato che le strisce scure sono assenti (M. lepidiadaptes, M. kaskazini, M. wochepa, M. mpoto). 
Ad Konings e Jay Stauffer Jr. nel loro più recente articolo rivedono le varie specie del genere, 15 per l'esattezza, e in particolare lo stato di alcuni Melanochromis come M. robustus conosciuto in precedenza sotto il nome di Melanochromis cf. brevis, Ribbink, Marsh, Marsh, Ribbink & Sharp 1983, e di  Melanochromis brevis, Konings 1995, di Melanochromis loriae che va a sostituire il nome M. parallelus (che andrebbe ora considerato un sinonimo) e di Melanochromis chipokae. In aggiunta viene descritta la nuova specie Melanochromis mpoto che qui presento.

Melanochromis mpoto Konings & Stauffer 2012

Diagnosi Femmine e maschi non riproduttivi mostrano un corpo scuro percorso da due strisce orizzontali scure intersecate da barre scure verticali meno ampie rispetto alle precedenti. I maschi riproduttivi sono azzurri-blu e sono privi di barre o strisce sui fianchi. Rispetto a M. wochepa, i maschi di M. mpoto si distinguono per la mascella inferiore più lunga e rispetto a M. lepidiadaptes per la banda nera sulla pinna anale. I maschi di M. kaskazini e e di M. mpoto sono indistinguibili dalla livrea che si differenzia nelle femmine adulte e nei giovani.

Distribuzione Regione settentrionale del lago Malawi a occidente tra Chitande Island e Nkhata Bay e a oriente tra Matema e Hongi Island.

Etimologia mpoto è un termine della lingua ChiTumbuka che è parlata lungo la costa nord occidentale del lago che significa "settentrionale".

Note M. mpoto è un Mbuna non territoriale che vive negli ambienti rocciosi e intermedi tra le zone rocciose e sabbiose tra i 20 e i 40 m di profondità. Si alimenta di plancton, piccole prede (larve di insetti e crostacei) e anche di pesci. Gli individui adulti sono solitamente solitari, ma possono formare anche piccoli gruppi di circa una dozzina di esemplari. Le femmine durante l'incubazione orale sono solitarie e sono state viste in acqua inferiori ai 10 metri di profondità.

Concludendo il genere Melanochromis raccoglie le 15 specie sottoelencate:
M. baliodigma
M. mpoto 
M. robustus  
M. heterochromis 
M. vermivorus 
M. melanopterus 
M. chipokae
M. auratus
M. wochepa
M. mossambiquensis
M. dialeptos
M. kaskazini
M. simulans
M. loriae
M. lepidiadaptes
Consiglio caldamente di scaricare l'articolo di Konings e Stauffer per lo schema riguardante le specie che fanno parte e che hanno fatto parte del genere Melanochromis e per le fotografie che lo accompagnano. Buona lettura.

Konings A. F., Stauffer J. R. Jr. 2012. Review of the Lake Malaŵi genus Melanochromis (Teleostei: Cichlidae) with a description of a new species. Zootaxa 3258: 1–27.

giovedì 5 aprile 2012

Coming soon: Australoheros mattosi, A. montanus e A. tavaresi

Anche le descrizioni tassonomiche sembrano  succedersi secondo un ritmo da equilibri punteggiati: lunghi periodi di stasi intervallati da momenti frenetici di pubblicazioni. È la volta di tre nuovi Australoheros: A. mattosi, A. montanus e A. tavaresi. Questa nuova pubblicazione va a toccare un tema che sul blog ha avuto ampio spazio, la proliferazione di specie del genere Australoheros (ne avevo parlato qui e qui per esempio), sul quale sto scrivendo un post che spero di terminare nei prossimi giorni. Nel frattempo sto terminando il post su Melanochromis mpoto come promesso.

Coming soon: Melanochromis mpoto e la revisione del genere Melanochromis

Di Melanochromis mpoto me ne aveva parlato Konings al Congresso AIC di Settembre a Torino. La specie è già conosciuta in acquariofilia sotto i nomi di Melanochromis ‘blue’ Ribbink et al. 1983, Melanochromis robustus (non Johnson) Konings 1995, Melanochromis benetos (non Bowers & Stauffer) Schraml 1998 e
Melanochromis sp. ‘Matema’ Schraml 1998.
A breve un commento (sono in vacanza) sulla specie e soprattutto sulla revisione del genere. Potete scaricare liberamente l'articolo cliccando sul titolo.