Privacy Policy e note legali

domenica 23 gennaio 2011

Scusate l'assenza

ma il virus dilaga e soprattutto non molla.
Per farmi perdonare della forzata latitanza gustatevi questi filmati sull'Amazzonia che trovate su youtube. Sono 9 e nel settimo c'è un incredibile pesce gatto che sembra una sanguisuga. Inoltre vi sono alcuni ciclidi che ho citato in questi mesi.
A tempi migliori.



martedì 18 gennaio 2011

Carnevale della Biodiversità: II Edizione

Cari lettori, gentili blogger,

la prossima edizione del carnevale della biodiversità è programmata per il:

12 Febbraio 2011.

La data, come ben sapete, non è casuale: è la ricorrenza del 202° compleanno di Charles Darwin, e ci piace l'idea di poterlo celebrare con voi tutti. Il tema portante di questa edizione sarà:

Biodiversità e adattamenti

La lotta costante per il cibo e lo spazio


tema intorno a cui ruoteranno tutti i post che i vari blogger svilupperanno in base al loro stile e inclinazioni personali.

Questa seconda edizione del carnevale sarà ospitata dal blog Leucophaea, al cui autore, Marco Ferrari, andranno indirizzati i post per consentirgli la stesura della review.

In questa edizione la biodiversità sarà arricchita dalla partecipazione di ulteriori blogger che desiderano partecipare insieme con noi al Carnevale, per cui, signori blogger, siete sicuramente in tempo a candidarvi.

Non ci resta che aspettare con ansia di leggere i contributi che arricchiranno questa seconda edizione e augurare a tutti gli autori buon lavoro.


I blog che hanno aderito per ora sono

Biosproject: Earth

Continuo proceso de cambio

Erba volant

Evolve or die

Gravità Zero

I divagatori scientifici

Il pollice del panda

Leucophaea

L’orologiaio miope

Paperfish fish biology in progress

Mahengechromis Divagazioni di un ciclidofilo

Theropoda


Il gruppo coordinatore

Livio Leoni

Marco Ferrari

Lisa Signorile



Update: si aggiungono i seguenti due blog

Oryctes.com Frammenti di natura

Varie ed eventuali

giovedì 13 gennaio 2011

Le prime nuove specie dell'anno: coming soon

Le prime nuove specie dell'anno provengono dal Lago Malawi e appartengono al gruppo aurora.
Ecco i nomi:

Metriaclima glaucos = M. sp. aurora blue
M. mossambicus = sp. aurora black tail = sp. aurora yellow = sp. aurora chinuni
M. nkhunguensis = sp. blue reef
M. sciasma = zebra slim = aurora north
M. xanthos = aurora lumbaulo

martedì 11 gennaio 2011

Intanto in una galassia lontana lontana...

Watch live streaming video from bordonia at livestream.com


Dalla lontana terra di Bordonia Guianacara owroewefi con nidiata.
Nel frattempo la perfida Ivanacara adoketa attenta.
Collegatevi ora, i varchi spazio-temporali durano poco...

venerdì 7 gennaio 2011

Mimetismo e Corydoras

Aggiungi immagine
Corydoras haraldschultzi
Credit: Martin Taylor


ResearchBlogging.org La sistematica li registra come pesci gatto neotropicali. I predatori li identificano come soggetti in grado di tenere a bada chiunque grazie alla corazza ossea e alle spine che li ornano e alla capacità nascosta di produrre tossine prontamente inoculate con le spine di cui sopra. Le acque stagnanti che li accolgono li vedono prosperare anche quando l'aria, oops, l'ossigeno disciolto nell'acqua raggiunge livelli minimi: in questi casi basta risalire verso la superficie per catturare piccole bolle d'aria che saranno assorbite nelle porzioni più ricche di vasi sanguigni dell'intestino. Le abitudini tipicamente bentoniche del gruppo li etichetta in acquariofilia come spazzini. Che miserabile ruolo quello che li costringe negli acquari a vivere in solitudine degli avanzi dei coinquilini quando in natura formano gruppi enormi che grufolano allegramente nel paesaggio subacqueo alla ricerca di alghe, insetti acquatici o terrestri, vermi e zooplancton. Ma è soprattutto il colore a renderli protagonisti. Alcune specie - tra le 150 che hanno un nome e tutte le altre che ne sono prive si trovano esempi di ogni genere - hanno livree caratterizzate da elementi disgreganti che tendono a far scomparire gli individui sullo sfondo, ma molte altre sono talmente appariscenti (strisce nere e bianche, macchie arancioni e nere) da essere definite aposematiche, da servire cioè come avvertimento per i predatori che sono gentilmente invitati a girare al largo.
Si sta parlando dei Corydoras, ma le meraviglie di questi pesci, o della sottofamiglia cui appartengono, i Corydoradini, non finiscono qua. I monitoraggi faunistici dimostrano che in un banco di questi pesci sono spesso presenti tre specie diverse molto simili tra loro che si differenziano quasi unicamente per la lunghezza del muso. Uno studio che ha guadagnato le pagine di Nature ha evidenziato 24 complessi mimetici che sono gruppi costituiti da 2-3 specie ciascuno che si imitano a vicenda in virtù della tossicità e delle capacità difensive. Siamo nel campo del mimetismo mülleriano, un tipo di mimetismo che facilita l'apprendimento da parte del predatore per mezzo della presentazione di un unico segnale. Se vedi sempre e solo un colore, ben presto lo riconosci e lo eviti.

La distribuzione dei sistemi mimetici
Alexandrou et Al. 2010 Nature


Il muso riporta alle mascelle e le mascelle rimandano alla dieta e di conseguenza l'analisi ha coinvolto anche l'alimentazione. Gli isotopi di carbonio e azoto hanno, infatti, dimostrato che le specie a muso lungo occupano posizioni più basse nella catena alimentare rispetto a quelle a muso corto. Questo equivale a dire che i mimi, per quanto simili per colore tra loro, tendono a non pestarsi i piedi. Quindi convergenza per forma e livrea, ma divergenza per utilizzazione delle risorse. A completare il quadro basta aggiungere che i Corydoras in simpatria non sono tra loro affini. Specie imparentate strettamente sono troppo simili per morfologia e tendono a non imitarsi.

Credit: Martin Taylor

Nel quadro generale del mimetismo mülleriano i Corydoradini ampliano lo spettro delle situazioni classiche delle farfalle del genere Heliconius e della tribú Ithominii dove per esempio i mimi tendono ad essere imparentati e a sfruttare risorse similari. I Corydoradini pongono tuttavia la questione del perché si formino così tanti complessi mimetici in territori limitati; in un'unica regione infatti possono essere presenti anche sei complessi mimetici diversi. Il mimetismo cerca di evitare la divergenza dato che il diverso perde i vantaggi della comune colorazione. Essere diverso potrebbe anche significare porsi fuori dal gioco e lasciare ai mimi lo svantaggio di aiutare i competitori diretti con il mimetismo. Al di là delle possibili risposte all'insorgenza dei complessi mimetici, risposte che non si hanno ancora, il caso dei Corydoras testimonia per la prima volta il ruolo della competizione per le risorse e della filogenesi come elementi fondamentali nel dispiegarsi del mimetismo mülleriano.



Alexandrou, M., Oliveira, C., Maillard, M., McGill, R., Newton, J., Creer, S., & Taylor, M. (2011). Competition and phylogeny determine community structure in Müllerian co-mimics Nature, 469 (7328), 84-88 DOI: 10.1038/nature09660

mercoledì 5 gennaio 2011

2011, anno internazionale delle foreste


"Il 2011 è l'anno internazionale delle foreste."
"Sei sicuro? A me sembra che è l'anno del coniglio."


Il 2011 è stato dichiarato dall'ONU Anno internazionale delle Foreste e sono curioso delle iniziative e delle attività che verranno messe in opera per la salvaguardia e per la gestione delle nostre foreste. Da parte mia cercherò di andare più spesso nei boschi che mi sono vicini per fotografarli e raccogliere qualche dato.
Due sono i boschi interessanti dalle mie parti. Uno è un bosco di castagno che in pianura è una vera rarità. Il castagno (Castanea sativa), infatti, è un albero che trova la massima diffusione nelle fasce collinari e submontane, ma che in passato, soprattutto nel Medioevo, venne diffuso per mano dell’uomo in tutta la pianura. Esso forniva legname e cibo per uomini ed animali d’allevamento (soprattutto suini), tanto da ricevere l’appellativo di albero del pane. Oggi è poco diffuso perché soppiantato dai cereali e perché colpito dal cancro corticale e dal mal dell’inchiostro, malattie epidemiche che costrinsero i gestori dei castagneti ad alto fusto a convertirli a ceduo. Non conosco il motivo per cui un bosco di castagno sia ancora presente dalle mie parti. Bosco relitto? Recente piantumazione? Tutte e due? Oltre al castagno sono presenti anche il rovere (Quercus petraea), l’orniello (Fraxinus ornus) e la robinia (Robinia pseudoacacia). Nello strato arbustivo si rinvengono prevalentemente il nocciolo (Corylus avellana), il biancospino (Crataegus monogyna), il sanguinello (Cornus sanguinea), l’acero campestre (Acer campestre) e il sambuco nero (Sambucus nigra). Lo strato erbaceo annovera ampie distese di pervinca (Vinca minor), di anemone dei boschi (Anemone nemorosa), di favagello (Ranunculus ficaria) e di edera. Negli anni passati ho trovato un roost (un rifugio invernale) di gufo comune strepitoso per il numero di individui.

Acero campestre

L'altro bosco invece è costituito principalmente da farnia (Quercus robur), carpino (Carpinus betulus), olmo campestre (Ulmus minor) e acero campestre (Acer campestre). Anche qui vi sono intense fioriture di pervinca (Vinca minor) e soprattutto di aglio orsino (Allium ursinum). Ogni volta che visito questo bosco trovo qualcosa di nuovo: picchi verde, bozzoli di saturnide che si sono rivelati parassitato dai ditteri. Anche qua i rapaci notturni la fanno da padrone, perlomeno nelle mie uscite a caccia di borre!
Se vi interessano i boschi potete scaricare questo libro sulle foreste della pianura padana edito dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine. Preparatevi, dopo questi primi post generalisti di inizio d'anno da domani si torna ai ciclidi.

Bozzolo di saturnide. Risulterà parassitato da ditteri.

domenica 2 gennaio 2011

Sul Tamigi iniziano a girare strane voci

Repubblica oggi dedica due pagine due al confronto tra la resurrezione biologica del Tamigi che ha visto tornare salmoni, lontre, sogliole e foche e l'agonia dei fiumi italiani monitorata dal dossier WWF. Le cause del miserabile stato dei nostri fiumi sono note da tempo: attività estrattive, canalizzazioni, inquinamento, captazioni d'acqua. Nel dossier si trova anche l'elenco delle specie ittiche con il loro stato di conservazione mutuato dalla lista rossa di Zerunian del 2007. Praticamente l'unica specie non a rischio è il cavedano.
Ho testimoniato anche in questo blog l'inesorabile calo della biodiversità ittica parlando dei fontanili che scompaiono o del bracconaggio. Se la situazione dei fiumi si sta delineando, quella delle zone umide è anche meno conosciuta. Non si sa bene quante siano e di conseguenza che specie le frequentino. Negli ultimi anni per esempio sto raccogliendo dati, anche se in maniera frammentaria, sulle popolazioni di panzarolo (Knipowitschia punctatissima), un gobide legato agli ambienti di fontanile. In CKmap, il progetto di informatizzazione della distribuzione della fauna italiana, risultano solo 9 località in Lombardia, tra l'altro nessuna in fontanile. Io ne conosco altre tre la cui divulgazione dovrebbe avvenire in un articolo, spero a breve. Stiamo parlando di un vertebrato diffuso nel cuore dell'Europa occidentale, non di un piccolo e magari "insignificante" bacarozzo. Di fatto ne sappiamo ben poco. Forse Ckmap è ancora fortemente incompleto (parlo dell'ultima edizione, quella non presente sul web) e probabilmente solo una ricerca bibliografica di ampio respiro in polverose biblioteche museali può fornire dati esaustivi. Lasciatemi però qualche dubbio.
Tre gobidi, due specie: ghiozzo padano e panzarolo (a sinistra).

Ma come ha fatto la perfida Albione a riportare il Tamigi ai fasti dei bei tempi andati? Investendo, investendo e ancora investendo in denaro e risorse umane, perché la legge non basta, servono anche i controlli.

sabato 1 gennaio 2011

La deriva tra i continenti

Gymnogephagus labiatus "Sureño" © Aqua Terra Eco Tours

Mi è passata la sbornia, la sbornia africana intendo, l'attrazione che mi ha legato e soprattutto ancorato i miei acquari ai ciclidi del Tanganica per circa 15 anni. Se il 2010 è stato l'anno delle vasche centroamericane, il 2011 mi vede andare dolcemente alla deriva tra i continenti. Nei giorni scorsi sono atterrato in Sud America grazie all'arrivo di un gruppetto di Gymnogeophagus balzanii del Paraguay e di alcuni Gymnogeophagus labiatus "Arroyo Yerbalito". Con contorsionismi degni di Mr Fantastic un piede è ancora in Centro America con Thorichthys socolofi e il solito trio di Astatheros nourissati dove il maschio continua a comportarsi da padre, poco per la verità, padrone. Da un'altra parte ho ancora qualche Betta simplex che sta crescendo bene vista la dieta a base di giovani Caridina dall'identificazione incerta. Centro America, Sud America e un tocco d'Asia. La Pangea mi fa un baffo.


Vi vedo però ancora assonnati. Occorre una scossa. Se non ve la dà Gary Moore...