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sabato 30 gennaio 2010

Altruismo? Si, forse... decisamente no.

Cyprichromis pavo "Kitumba", femmina

Una discussione nata nel forum dell'AIC (Associazione Italiana Ciclidofili) mi ha spinto a rivedere quanto si conosce delle cure parentali rivolte a prole non propria (cure alloparentali è il nome tecnico). Si tratta di un fenomeno abbastanza esteso che va al di là della famiglia dei Ciclidi comprendendo anche Ciprinidi, Percidi, Serranidi e che non è possibile etichettare come adattamento evolutivo non ancora messo a punto dalla selezione (qualche scienziato ci ha provato). Quindi, si tratta di vero e proprio altruismo?
Se allevate ciclidi arriverete, presto o tardi, alla riproduzione e se possedete una vasca sufficientemente ampia da ospitare più coppie di una specie o della stessa specie avrete la possibilità di osservare un comportamento curioso: una coppia con avannotti che ad un certo punto rapisce la prole di un'altra coppia. Nella mia esperienza ho avuto modo di osservare le cure alloparentali con alcune specie di Neolamprologus del gruppo savory del lago Tanganica, ma se allevate ciclidi centroamericani (questi per esempio) forse avrete avuto più occasioni di quante ne abbia avute io.
In genere, i Ciclidi centroamericani costruiscono un intenso legame di coppia che dura fino al momento in cui i giovanili guadagnano la propria indipendenza. Usualmente, nei banchi dei piccoli non si trovano solamente i figli naturali di una determinata coppia. Studi effettuati nel lago Xiloá in Nicaragua hanno, infatti, mostrato che nella prole di Amphilophus citrinellus erano presenti anche avannotti di Neetroplus nematopus, A. longimanus, Hypsophrys nicaraguensis. A. citrinellus giungerebbe addirittura a rapire i piccoli altrui per ingrandire il gruppo dei propri protetti. Benché lo scambio sia limitato alla stessa specie, considerazioni simili sembrano valere anche per Amatitlania nigrofasciata: in uno studio condotto su 232 covate oltre il 42% era coinvolto in adozioni di prole. Fenomeni del genere sono stati rilevati anche nei Ciclidi incubatori orali del lago Malawi. Le covate di Nimbochromis polystigma, Tyrannochromis macrostoma e Serranochromis robustus, per esempio, includono sempre altre specie tra cui il rappresentante più frequente è Copadichromis chrysonotus.
Il lago Tanganica non è da meno. Perissodus microlepis è un incubatore orale con una rigida suddivisione dei ruoli: la femmina si occupa della prole mentre il maschio sorveglia il territorio. Quando alcuni studiosi hanno provveduto a catturare i maschi, le femmine “abbandonate”, ed ormai incapaci di portare a termine con successo il compito della sorveglianza dei piccoli, hanno ceduto la prole alle coppie vicine ancora integre. Forse la situazione più sorprendente riguarda il “patto con il diavolo” che alcune specie di Cyprichromis (incubatori orali materni sempre del lago Tanganica) sottoscrivono: l’abbandono della prole nei pressi dei nidi di Lepidiolamprologus profundicola, un predatore specializzato nella cattura dei Cyprichromis. La motivazione che spinge questi ultimi a andare a cacciarsi nella tana del nemico sembra che stia nel timore che Lepidiolamprologus incute agli altri predatori. In pratica L. profundicola sembra essere una balia estremamente efficiente nel ridurre drasticamente le perdite, anche tra i Cyprichromis che magari da adulti ne saranno la preda.
Cosa spinge una coppia di Ciclidi ad allevare figli non naturali? Le ragioni sembrano essere numerose. Un ampio gruppo di piccoli dovrebbe diminuire le probabilità che un predatore catturi i figli biologici della coppia (effetto di diluizione). Questo avrebbe ancora più senso se gli adottati fossero “deboli” ed incapaci di competere efficacemente per il cibo con la massa dei fratellastri. Di fatto sembra che Amatitlania nigrofasciata adotti solo avannotti di taglia inferiore a quella dei propri. In questo modo i piccoli altrui sarebbero, inoltre, maggiormente riconoscibili da parte dei predatori che si potrebbero concentrare quasi solo su di loro secondo la nota strategia di caccia dell'immagine di ricerca. Questa ipotesi prende il nome di effetto del pastore egoista. L’effetto del gregge egoista, invece, consiste nello spingere i piccoli altrui verso la parte più esterna del gruppo, la più vulnerabile (mi chiedo come i genitori riescano a farlo). Qualcosa del genere è stato osservato in Tilapia mariae e T. zillii (sotto il sinonimo di T. melanopleura) ed in alcuni pesci gatto (Siluriformi della famiglia dei Bagridi) del lago Malawi che allevano tra i propri anche gli avannotti di Ctenopharynx pictus, Copadichromis pleurostigmoides e forse di Ramphochromis. Qualunque siano le motivazioni delle adozioni nei pesci, c'è da rimanerne affascinati. Le infinite forme presenti sulla Terra sono bellissime, ma vogliamo parlare dei comportamenti?


Nota tassonomica (poteva mancare?). Nel post ho utilizzato il nome generico di Amatitlania, benché nutra profondi dubbi sulla necessità di spostare la specie nigrofasciatus in un genere a sè. Uno studio relativamente recente (Říčan et al 2008), inoltre, mi sta convincendo di avere ragione (incredibile!) e che i nigrofasciatus dovrebbero tornare al genere Cryptoheros. I miei dubbi sono ancora più grandi se si parla delle specie del genere Amatitlania di recente descrizione. Anche per loro varrebbero le considerazioni svolte per Australoheros: pesci estremamente variabili nella livrea e nella forma del corpo, forse, più che nel campo delle variazioni tra popolazioni, siamo nel campo delle variazioni tra individui!


Barlow G. W. 2002. Maestri dell’evoluzione. Sesto Continente Editore.
Watanabe T. 2000. The nesting site of a piscivorous cichlid Lepidiolamprologus profundicola as a safety zone for juveniles of a zooplanktivorous cichlid Cyprichromis leptosoma in Lake Tanganyika. Environmental Biology of Fishes. 57: 171–177.
Wisenden B. D. 1999. Alloparental care in fishes. Reviews in Fish Biology and Fisheries. 9: 45-70.

4 commenti:

enrico ha detto...

Visto che ogni riferimento a persone parole e luoghi è puramente causale mi sento costretto ad intervenire. Credo che non basterebbero 3 libri per questo argomento ma consentimi di allargare un attimo la visione.
Perissodus: questi ciclidi ma probabilmente anche gli altri mangiascaglie vengono sfruttati anche dalle xeno psammofile, le cui femmine si radunano in gruppi e rilasciano la prole nelle vicinanze per aver maggior protezione o meglio assicurarsi la minor presenza di predatori.
Savory: a me è capitato di vedere diverse volte olivaceus o gracilis prendersi cura di altri ciclidini, specialmente cypri. La cosa potrebbe apparire molto strana viste le differenze di taglia fra avannotti che nascono da incubatori con grosse uova e substratari con uova relativamente piccole.
Malawi: anche fra gli mbuna avevo cure di piccoli già rilasciati da altre madri, anche di livree molto differenti come per esempio demasoni-auratus o trewavasae-kaskazini.
Istlanum: credo che un ciclide così non mi capiterà più tra le mani e anche moglie e figli rimangono incantati davanti al vetro per come i genitori riescono a far spostare i piccoli in modo rapidissimo con movimenti del capo o direzionamenti del pattern melanico. Da gran dispettoso ormai non gli sparo neanche più l'artemia sul fondo ma la lascio galleggiare e i genitori in 2 o 3 secondi riescono a portare tutti i piccoli a galla (altezza vasca 60 cm.) per mangiare. Impressionante!
Hanno adottato dei piccoli ornatipinnis che però essendo legatissimi al fondo faticano abbastanza a spostarsi come gli istlanumini (arrivano sempre in ritardo) e credo adotterano anche le spiloptera appena verranno rilasciate visto che casualmente la taglia al momento del rilascio dovrebbe anche coincidere con quella dei ciclidini di ixtla.
Amphilophus: il prossimo viaggio fra i laghi del nicaragua mi dara' sicuramente grosse soddisfazioni. Ieri sono andato a ricomprare le pinne da apnea profonda che avevo regalato ai pescatori del tanganica e se per caso un mese non dovessi andare in rosso in banca mi compro una videocamerina scafandrata. Credo che specialmente nel lago Apoyo qualcosa di bello si possa vedere e riprendere.

Unknown ha detto...

Caro Enrico, permettiti pure. :-D
L'anedottica è enormemente vasta e se aggiungi non c'è problema. Mi sono contenuto a pochi esempi che conoscevo relativamente bene. L'unico rammarico è che siamo ancora nel campo dell'anedottica e delle ipotesi. Esperimenti, simulazioni matematiche... non ce ne sono molte.
ornatipinnis cosa? Xeno?

enrico ha detto...

"Lamprologus". Le ornatipinnis xeno credo che con gli istlanum morirebbero di infarto dopo 2 secondi.

Unknown ha detto...

Ah, ecco. Mi sembrava strano. Tu sai però che quando sento ornatipinnis penso solo alle Xeno. :-)