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venerdì 10 agosto 2012

La cena entomofoga: casu marzu

Ai soldati del Barbarossa venne offerto come afrodisiaco, a noi invece come prodotto di nicchia e leccornia. Sto parlando del "formaggio saltante", anzi dei formaggi saltanti, che la sera del 7 luglio al Museo di Scienze Naturali di Bergamo ho avuto modo di degustare: casu marzu (formaggio marcio significa, sardo di origine) e nisso (piacentino). Vengono detti saltanti perché la larva della mosca casearia è in grado di effettuare salti di oltre 15 cm come ho avuto modo di constatare inseguendone alcune sul tavolo di degustazione. A detta dell'esperto Davide Oltolini i due formaggi si differenziano per il sapore, ma evidentemente il mio palato poco allenato non è grado di cogliere le fini sfumature che li distinguono. Il casu marzu è giunto da Oliena grazie a Antonio Putzu che ha offerto una brillante introduzione al prodotto e a tutto ciò che vi gira intorno.
Alla degustazione eravamo in 200, alcuni giunti da Lucca e dalla Val d'Aosta, e ci siamo avventati come le cavallette, anzi come i grilli offerti a complemento, sulle varie forme. Potete trovare una breve introduzione al programma della serata e a Piophila casei qui. Ed ora spazio alle immagini.


Le due forme di casu marzu e di nisso in secondo piano.





Incontro ravvicinato con il casu marzu, VIP dei formaggi saltanti.


Il nisso, formaggio che non praticamente mercato, chissà perché.

Se volete sapere di più sull'entomofagia, ascoltate l'intervento del Direttore del Museo Marco Valle alla trasmissione "Occhio alla spesa" (ho assaggiato i piatti sopravvissuti al ritorno in aereo!).



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