Fotografia di Per Arthur Tagø
Il gruppo è tranquillo, ma ad un tratto un individuo si lancia in un attacco fulmineo e morde sulla cute il pesce più vicino. Dopo meno di una manciata di secondi tutto è finito, l'aggressore se n'e andato e la vittima si ritrova con qualche scaglia in meno. Quello descritto è l'attacco di un lepidofago, un pesce che mangia le scaglie. La lepidofagia è una curiosa specializzazione alimentare che non risulta molto diffusa tra i ciclidi. Nel lago Tanganica, per esempio, le specie mangiatrici di scaglie appartengono esclusivamente al gruppo dei Perissodini (Perissodus microlepis, Plecodus straeleni, Plecodus paradoxus, Perissodus eccentricus e Plecodus elaviae) e sono solo sei, mentre nel lago Malawi sono cinque (Corematodus shiranus, C. taeniatus, Docimodus evelynae, Melanochromis lepidiadaptes, Genyochromis mento).
Uno studio recente prende in considerazione la struttura di popolazione di Perissodus microlepis, un ciclide che oltre ad essere lepidofago, mostrare una curiosa asimmetria nella bocca sembra imitare la colorazione di alcuni ciclidi come Cyprichromis leptosoma e Paracyprichromis nigripinnis e di Lamprichthys tanganicanus, un pesce che ciclide non è, per potersi avvicinare alle prede. P. microlepis è diffuso lungo tutta la costa del lago Tanganica, spingendosi anche in acqua aperta per mescolarsi alle popolazioni dei pesci che imita, stranamente senza mostrare le particolari variazioni di colore tipiche di molti altri ciclidi del lago. Per conoscere la struttura di popolazione di questa specie sono state perciò studiate alcune località meridionali del lago: Tongwa, Katukula, Funda, Katoto, Kasakalawe e Wonzye.
L'analisi genetica ha evidenziato che la maggior barriera al flusso genico (alla libera circolazione dei pesci) è la baia di Mbete, una striscia sabbiosa di circa 7 km di lunghezza. Questo non è un fenomeno nuovo dato che molti ciclidi delle rocce trovano in quest'ambiente sabbioso un notevole ostacolo allo spostamento (Tropheus moori per esempio e Ophtalmotilapia ventralis). Il fatto sorprendente però è che P. microlepis probabilmente non risente tanto della presenza dell'ambiente sabbioso, ma dalla distribuzione dei pesci che imita e di cui si nutre: Cyprichromini e L. tanganicanus e ciclidi a corpo compresso con grandi scaglie. Questo è il primo studio che introduce un meccanismo di differenziazione lungo ambienti discontinui attraverso l'interazione di mimetismo ed associazione preda-predatore tra un predatore mobile e delle prede ad alta specializzazione ambientale.
Koblmüller S., Duftner N., Sefc K. M., Aigner U., Rogetzer M. & Sturmbauer C. 2009. Phylogeographical structure and gene flow in the scale-eating cichlid Perissodus microlepis (Teleostei, Perciformes, Cichlidae) in southern Lake Tanganyika. Zoologica Scripta, 38: 257–268.
Nessun commento:
Posta un commento