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lunedì 8 dicembre 2008

Fish and the City: madri single e società

Mia moglie dice che non c'entra nulla (e in genere su questioni del genere ha ragione), ma a me piaceva troppo. Parlo del titolo. In effetti "Sex and the City" si occupa di tutt'altro, di donne single che sdoganano uno stile di vita. L'articolo in questione, invece, parla di ciclidi del lago Tanganica e di dimensioni del cervello. Qualcosa in comune tra la due situazioni però potrebbe esserci e cioè il fatto di vivere in società complesse o perlomeno complicate e di essere femmine.
Iniziamo con ordine, anzi con razionalità e quindi dal cervello. Attualmente si ritiene che le dimensioni del cervello di una specie siano controllate dalla selezione naturale. Nulla di strano riguardo ad un organo che risucchia una enorme quantità di energia per il proprio metabolismo. Nei mammiferi la vita sociale potrebbe essere il fattore che incide maggiormente, ancor di più di vari fattori ecologici, sulla tendenza alla crescita del cervello. Negli uccelli invece si parla di complessità del canto, di uso di utensili e così via. Nei pesci l'ambiente e la dieta sono i fattori chiave, ma sono ancora pochi gli studi eseguiti per poter trarre conclusioni di una certa portata. Ultimamente tra questi studi vi sono alcuni che hanno per oggetto i ciclidi del lago Tanganica. Perchè proprio i ciclidi africani? Perché all'interno di questo gruppo vi sono numerose specie correlate tra loro che sfruttano diverse nicchie ecologiche e che hanno prodotto diversi sistemi sociali. Due studi precedenti sembrano suggerire che siano la composizione dell'ambiente e della dieta ad influire sulle dimensioni e sulla struttura del cervello dei ciclidi. Lo studio in questione indaga più in dettaglio la questione e si sofferma su fattori ecologici e riproduttivi. Innanzitutto sembra che la complessità ambientale vada eliminata come causa dell'aumento della dimensione del cervello che sembra invece crescere in proporzione alla diminuzione di mobilità della preda. Un risultato controintuitivo. A noi umani catturare un pesce sembrerebbe richiedere maggiori capacità cognitive rispetto al grattare l'aufwuchs da una roccia. Ma se ci fermiano a pensare un attimo, il fatto di essere in molti a sfruttare una sola risorsa (le alghe che crescono sulla superficie di una roccia) impone una vita sociale articolata ed impegnativa che richiede abilità cognitive superiori che possono essere fornite forse solo da cervelli di grandi dimensioni.
Oltre a questo primo interessante aspetto la ricerca mette in rilievo per la prima volta l'esistenza di differenze nello sviluppo del cervello tra i sessi. Le femmine di ciclidi carnivori che si prendono cura della prole da sole hanno cervelli più grandi rispetto alle specie biparentali. La dimensione del cervello dei maschi invece non è correlata al tipo di cura parentale prestato (un risultato che esteso agli uomini non sorprende molto, ma non vorrei antropomorfizzare eccessivamente). Lo stato biparentale rappresenta lo stato ancestrale per i ciclidi da cui è derivata la cura esclusiva della prole da parte della femmina. Una femmina single affronta un investimento energetico maggiore rispetto alle femmine biparentali e quindi deve scegliere il proprio partner con estrema precisione (deve cioé essere un maschio con buoni geni) e questo potrebbe richiedere capacità cognitive ben sviluppate.
L'articolo è interessante e tempo fa se n'è parlato molto in rete data la tendenza di molti giornalisti scientifici ad anticipare sempre di più le notizie arrivando a scrivere di studi non ancora comparsi ufficialmente sui giornali, ma già presenti con versioni on-line. Come tutti i lavori di buon livello lascia aperte delle questioni che varrebbe la pena indagare. Penso alla necessità di rivedere gli studi precedenti che sembrano affermare conclusioni contrarie come il fatto che alcune specie monogame e quindi biparentali avessero parti del cervello di notevoli dimensioni. In questo caso tuttavia non si era tenuto conto della complessità ambientale per esempio. Tuttavia penso soprattutto alla necessità di trovare qualche specie ittica in cui è solo il maschio a prendersi cura della prole per vedere se esiste una correlazione simile a quella delle femmine uniparentali dei ciclidi. Se così fosse ancora una volta i ciclidi tornerebbero a proporsi come modello all'interno dei vertebrati.

Gonzalez-Voyer A., Winberg S., Kolm N. 2009 Social fishes and single mothers: brain evolution in African cichlids. Proc. R. Soc. B.276: 161-16.

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