Diario dell'ufficiale scientifico Harold Stampke. Data astrale: 2 gennaio 2512. Siamo tornati nell'orbita di Europa, quarta luna di Giove e ci rimarremo per un po'. Vogliamo controllare che forme hanno siluppato i Ciclidi rilasciati centinaia di anni fa nell'oceano sottostante allo strato di ghiaccio che riveste la superficie. I cryobot inviati hanno rivelato inaspettati risvolti evolutivi. I Ciclidi sono pesci ossei d'acqua dolce che sulla Terra contano migliaia di specie. Le cure parentali, la tendenza a rimanere nella località di nascita, il cranio e le mascelle che nel corso della loro storia si sono modificati ampiamente per approfittare delle risorse alimentari di un ambiente e la selezione sessuale, in passato hanno decretato il successo evolutivo di questa famiglia. Su Europa la plasticità dei Ciclidi ha avuto ancora una volta ragione di un ambiente apparentemente inospitale. Le riprese video mostrano che alcune popolazioni si sono adattate anche all'oceano salato di questo satellite. Gli antenati di questi pesci erano stati liberati nelle acque fredde, ma fortunosamente riscaldate da una sorgente termale, di un lago superficiale nascosto tra il ghiaccio da una spedizione interplanetaria che aveva avuto problemi di navigazione. I sopravvissuti avevano visto come unica speranza di sopravvivenza l'allevamento dei Ciclidi presenti sulla nave negli acquari ricreativi. Tuttora sulle unità di maggiori dimensioni della flotta sono presenti delle Tilapia che possono servire da fonte di proteine per l'equipaggio. Nell'oceano di Europa non esistevano pesci, non potevano esserci. Quelli che noi chiamiamo pesci esistono solo sulla Terra; ora sono anche su Europa e si sono adattati all'acqua salata.
Un cryobot mentre riprende il fondale di Europa.
I video dei cryobot hanno mostrato che gran parte dei Ciclidi sopravvissuti ha perso l'uso degli occhi in conseguenza della scarsità di luce e ha potenziato altri organi. Le labbra per esempio. Già alcuni Ciclidi terrestri hanno sviluppato in modo abnorme le labbra, soprattutto come organi sensoriali. Su Europa esse invece svolgono le più svariate funzioni. Alcuni Ciclidi, o forse per distinguerli dai Ciclidi terrestri sarebbe meglio chiamarli Esociclidi, non sono più in grado di nuotare. La scarsa concentrazione di ossigeno sul fondo dell'oceano li ha costretti a ridurre il consumo energetico al minimo. Gli esociclidi bentonici si ergono sul fondale ricoperto da quello strano organismo che si chiama stragulo (Stragulum wwwi) e poggiano sulla bocca le cui labbra si sono sviluppate enormemente per fornire una sufficiente base di appoggio agli individui. Ora più che a pesci assomigliano a tozze colonne di carne dotate di minuscole pinne. In realtà gli esociclidi bentonici si muovono, lentamente, ma si muovono, brucando il fondale ricoperto da stragulo, sulle labbra. L'incubazione orale è stata mantenuta come si è potuto osservare dallo sciame di piccoli che fuoriescono sbattendo forsennatamente dalle branchie della madre per andare a fissarsi poco lontano. I cryobot hanno anche registrato il sesso degli esociclidi colonnari, sono tutte femmine. I maschi hanno dimensioni minuscole e vivono da parassiti delle femmine sul corpo del partner. Nulla di strano per una specie dai movimenti così limitati e lenti. Gli esociciclidi bentonici sono colorati e non appaiono rosa come molti altri affini. Sono neri a strisce gialle; probabilmente si tratta di una colorazione di avvertimento che avvisa i predatori di tenersi alla larga. Forse perché sono immangiabili o velenosi. Il perché essi siano colorati in un mondo dove la luce è quasi del tutto bandita e come questa specie abbia guadagnato la propria velenosità rimane un mistero.
Un altro esociclide, completamente trasparente e cieco, invece occupa le acque libere nei pressi della superficie ghiacciata dove il tenore di ossigeno è leggermente superiore. Si nutre di piccoli organismi che cattura attirandoli con le le labbra luminescenti nella bocca spalancata. In questa specie, infatti, le labbra sono state colonizzate da una sorta di batterio luminescente. La densità dei batteri è molto bassa e le labbra assomigliano a un albero di Natale poco illuminato. Probabilmente una maggiore quantità di luce richiamerebbe i grandi predatori che ricercano i banchi di plancton. Per supportare il peso delle labbra enormi il cranio si è sviluppato intensamente e si è irrobustito.
L'esociclide che vive in buche scavate nel fondale da cui fuoriesce ergendosi sul corpo è diventato filiforme. Anche in questo caso le labbra si sono sviluppate enormemente, ma qui si sono sfrangiate al punto da sembrare petali. Il risultato è un esociclide fiore. Ma la somiglianza con un fiore non si limita alla forma. Nessuno cryobot è mai riuscito a riprendere cosa mangi questa specie. Sono convinto che ci siano dei batteri fotosintetici nelle labbra. Occorre però prelevare dei campioni.
Oltre all'aspetto evolutivo, mi interessa anche l'impatto degli esociclidi sull'ecosistema europeo. Siamo in presenza di una invasione biologica in piena regola, invasione che tra l'altro è in atto da centinaia di anni. Ho notato che in alcune zone ad alta densità di esociclidi colonnari le praterie a stragulo sono in ritirata. Sono le zone più calde, quelle più adatte ai pesci che derivano da specie robuste e adattabili, ma di origine tropicale o subtropicale. Le ricerche precedenti all'invasione degli esociclidi descrivono ambienti ad elevata biodiversità. È necessario controllare la bibliografia per un raffronto con il passato e circoscrivere le aree di ricerca. Domani finalmente mi calerò in acqua. Domani è un altro giorno, un giorno di scoperte. Sarò pronto a certificare che Europa non è più la stessa? Che ha imboccato la via della distruzione? Della semplificazione dovuta a secchio di pesci gettato in acqua?
Questo post è totalmente frutto della mia fantasia e delle mie scarne conoscenze di esobiologio e si basa su un'ipotesi di fauna del satellite Europa presentata su questo blog a cui devo l'ispirazione (Grazie Lisa!). Nessun ecosistema alieno è stato quindi sacrificato per dare origine allo scritto. Il post fa parte della settima edizione del Carnevale della Biodiversità. Qui trovate la presentazione del Carnevale e tutti gli altri post partecipanti.
1 commento:
AAAAAHHHHHH! Gli alloctoni!!!! Sterminiamoli!!! ;-D
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