Lepidiolamprologus kamambae
Costa sudorientale dell'isola di Kerenge Island a 20 m di profondità.
Costa sudorientale dell'isola di Kerenge Island a 20 m di profondità.
Fotografia di Magnus e Mikael Karlsson
Circa 10 milioni di anni fa, più o meno, nasceva in Africa uno dei laghi più grandi al mondo. Veniva al mondo sotto forma di un grande fiume dallo spirito libero che inondava continuamente le terre circostanti formando pozze, stagni, laghetti che vi persistevano per anni. Divenne velocemente adulto, geologicamente parlando, e nei successivi cinque milioni di anni dalle tre enormi pozze che erano sorte al posto del corso d'acqua ne scaturì una sola. Il lago Tanganica era fatto, ora mancava solo di fare i ciclidi. Gli antenati di questi pesci erano già presenti nelle acque del futuro lago fin dall'inizio, ma dovevano speciare, speciare di nuovo e di nuovo ancora. Una seconda ondata di colonizzatori invase, infatti, le acque durante la fusione dei tre paleolaghi, qualche milione di anni dopo. La terza ondata invece venne molto dopo ma lasciò pochi discendenti (solo due linee di discendenza). Da queste continue invasioni, rimescolamenti di faune, innalzamenti e abbassamenti di livello delle acque dovuti al dilaniarsi della crosta terrestre, vennero a formarsi le 250 specie di ciclidi che popolano il lago e che vengono suddivise nelle attuali 20 linee di discendenza o tribù. Tra di esse sono presenti sia specie che depongono su substrato (tribù dei lamprologini fondamentalmente) che incubatori orali. Gli altri grandi laghi africani (Malawi e Vittoria) possiedono più specie perché la loro storia geologica è più recente, ma sono popolati esclusivamente o quasi da incubatori orali. Probabilmente nel lago Tanganica la gran parte dei Ciclidi è già estinta ed è un peccato che i Ciclidi fossilizzino solo raramente perché i fossili avrebbero fatto luce sulla speciazione adattativa.
Nonostante siano solo un'ottantina, i lamprologini mostrano un'enorme variabilità di forme, ecologie e comportamenti. Vi sono specie che vivono nei letti formati dalle conchiglie dei gasteropodi cadute sul fondale alla morte del possessore, specie predatrici che popolano le acque libere, specie erbivore che si nutrono delle alghe che crescono sulle rocce e specie che si nutrono di invertebrati. Vi sono specie che vivono in harem dove i maschi lottano tra loro per il possesso delle femmine e passano la gran parte del tempo a pacificare le inevitabili dispute tra le consorti. Vi sono anche lamprologini che vivono in coppie fedeli fino alla morte che arriva ben presto per inedia al termine delle lunghe cure parentali dell'unica covata che sono riuscite a crescere. I lamprologini protagonisti di questo post appartengono al genere Lepidiolamprologus, un gruppo che raccoglie 11 specie di dimensioni medio-grandi e di abitudini predatorie caratterizzate fondamentalmente da un osso sesamoide, derivante dall'ossificazione dei tendini del legamento della mascella inferiore, e da un particolare tipo di vertebra. A noi interessa un gruppo di specie dalla forma allungata e dalla livrea costituita da strisce e/o fila di macchie scure. Per comodità possiamo chiamare questo gruppo elongatus dal nome di uno di essi. Lepidiolamprologus kamambae è la specie descritta recentemente da Sven Kullander, noto ittiologo svedese che calca spesso le scene di questo blog, e dai fratelli Karlsson, Magnus e Mikael, che anni fa gestivano un'importante azienda esportatrice di ciclidi (Africa Diving) con alcune stazioni di pesca sul lago e che quindi dispongono di materiale di prima mano e di molta esperienza di campo nel riconoscimento di ciclidi.
L'isola di Kamamba nella costa orientale del lago Tanganica
Fotografia di Magnus e Mikael Karlsson
Lepidiolamprologus kamambae Kullander, Karlsson & Karlsson 2012
Diagnosi La specie si distingue dalle simili (L. kendalli, L. profundicola, L. nkambae, L. mimicus. L. elongatus) per la presenza di un'ampia striscia scura che corre lungo le guance e per la livrea che nelle acque del lago appare molto chiara e a volte anche bianca. La specie più simile è L. kendalli che tuttavia mostra una livrea scura, probabilmente un adattamento all'ambiente roccioso in cui vive.
Distribuzione e ambiente Isole di Kamamba e di Kerenge lungo la costa meridionale del lago Tanganica. Potrebbe essere presente anche presso le isole di Mwila e Nkondwe che hanno caratteristiche ambientali simili a quelle delle precedenti località. Lungo i fondali dell'isola di Kamamba L. kamambae popola la zona di transizione tra l'ambiente roccioso e quello sabbioso alla profondità di 15 metri.
La distribuzione delle specie di Lepidiolamprologus del gruppo elongatus nel lago Tanganica.
Etimologia Il nome della specie deriva dall'isola di Kamamba, la località di provenienza degli esemplari utilizzati nella descrizione.
Note Attraverso la sezione News di Cichlidroom companion Ad Konings critica la descrizione di L. kamambae perché manca della comparazione della nuova specie con le altre specie del gruppo che convivono con essa. Inoltre, sempre secondo Konings, la caratteristica distintiva di L. kamambae appare poco visibile nelle fotografie subacquee. Konings afferma che possiamo quasi sempre trovare differenze tra le diverse popolazioni di una specie e quindi, volendo, quasi ogni popolazione può essere elevata allo status di specie. L. kamambae potrebbe essere semplicemente una forma scura di L. kendalli. Sven Kullander risponde nel suo blog che la livrea chiara di L. kamambae è caratteristica della specie e arriva quasi a promettere che tornerà successivamente sulla validità di L. kendalli (l'esemplare servito per la descrizione è in cattive condizioni e praticamente inutilizzabile per confronti) e di nkambae. Siamo quindi in attesa di sviluppi futuri.
Lepidiolamprologus del gruppo elongatus: A. Lepidiolamprologus kamambae, isola di Kamamba. B. L. kendalli, Muzi. C. L. elongatus. Udachi. D. L. profundicola, Kansombo.
Kullander S. O., Karlsson M., Karlsson M. 2012. Lepidiolamprologus kamambae, a new species of cichlid fish (Teleostei: Cichlidae) from Lake Tanganyika. Zootaxa, 3492: 30–48.
Ringrazio i fratelli Karlsson per aver generosamente messo a disposizioni le immagini che corredano il post.
1 commento:
grazie livio per questi .tendo a credere a chissà quante volte sia stato esportato sotto mentite spoglie. In effetti c'è molta confusione tra i vari lep.nkambae,kendalli,elengatus e come se non bastasse kamambae. Ma non potevano trovargli u altro nome? Non so, lep. Kerenge? Ma i biologi esperti sono loro. Inoltre potresti inserirlo in una pagina aic. Enzo.
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