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lunedì 8 novembre 2010

I had a dream... ma era un incubo


© Dc Comics

Ho avuto un incubo. Ho sognato di vivere in un mondo dove non riconoscevo neppure un animale. Il mondo era il solito (non è questo che dovrebbe incutere terrore, sono purtroppo assuefatto alla nostra realtà), il problema ero io. Ero io, infatti, che non riuscivo a riconoscere più nulla. Guardavo una rana verde, una banalissima rana verde, di quelle che ne trovi a secchi in qualunque stagno, anche in quello più inquinato, ma non riuscivo a capire che era una rana verde. Anzi non capivo neppure che era un organismo vivente. In un altro caso mi mostravano un ragno e dicevo che era un leone. Per uno come me, che ha passato i suoi primi quarant'anni (lasciate perdere le battute, me le hanno fatte già tutte) a osservare animali e piante questo è tra le peggiori pene che si possano vivere. Al risveglio sono corso verso gli acquari e ho passato un po' di tempo a identificare i miei pesci arrivando fino all'ordine. Non si sa mai che abbia iniziato a perdere qualcosa.

Stupiti? È solo un sogno? Impossibile? Purtroppo esistono persone che hanno vissuto gravi episodi di encefalite e che hanno perso la capacità di incasellare la realtà in categorie. Non riconoscono esseri viventi oppure cose. In questo caso fare tassonomia diventa un vero problema. Sento già le obiezioni. "Chissenefrega. Di tassonomia non si vive. Sai che roba. Lasciamo la tassonomia alle nazioni ricche. Sono fregnacce..." Beh, se foste uomini primitivi, probabilmente, riconoscere gli animali e le piante pericolosi sarebbe molto importante per la vostra sopravvivenza. Essere dei bravi tassonomi all'umanità è servito. Ad evitare animali pericolosi e a riconoscere ciò che era commestibile da ciò che non lo era. Se vi interessa leggere una storia "sui generis" della tassonomia, con una vasta aneddotica ed una visione molto personale della disciplina vi consiglio di buttarvi su Naming Nature di Carol Kaesuk Yoon. A riuscirci, nei prossimi giorni scrivo una recensione più seria del volume. Merita. Nel frattempo aspettano di vedere la luce dei post su delle nuove specie che ho finora trascurato, un nuovo post sui nidi dei ciclidi ed uno sui discus. Sì, avete letto bene, Discus. Qualcuno in fondo dice che aspetta ancora il post promesso sui pesci dei fontanili. Ogni limite ha la sua pazienza. Ecco, utilizzatela tutta.



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