11 aprile 2010. Sono in ritardo per l'usuale Open Day AIC-Le Onde. Quando arrivo trovo la hall piena di gente e incredibilmente trovo ancora qualcosa da sbocconcellare sui tavoli apparecchiati per il Welcome-coffee. Qualche chiacchera, qualche pasticcino, qualche bicchiere di un imprecisato beverone aranciato e siamo pronti per la conferenza. A parlare è Thomas Lepel, uno che di grandi Laghi Africani se ne intende per avervi viaggiato in lungo e in largo e soprattutto per essere stato il primo a raccogliere ed esportare specie come Pseudotropheus demasoni e Melanochromis kaskazini (conosciuto in acquariofilia come M. sp. "Northern blue"). Titolo della conferenza era "Import/export di ciclidi dai laghi Malawi e Tanganyika", ma in realtà di lago Tanganica si è parlato poco, come si è parlato poco dell'esportazione dei pesci. La chiaccherata ha riguardato soprattutto i Ciclidi della costa tanzaniana del lago Malawi ed è durata oltre un'ora. Il pomeriggio ha visto una riunione dei soci AIC presenti che è terminata con alcune promettenti novità che potete leggere qui.
Di seguito trovate qualche fotografia che ho scattato durante la conferenza.La raccolta di ciclidi per l'esportazione causa danni ambientali? Secondo Thomas Lepel la raccolta di pesci per acquari non ha praticamente alcun impatto sull'ecosistema dei Grandi Laghi se confrontata con la pesca attuata dalle popolazioni locali per l'alimentazione umana. Ecco come si presenta una tipica canoa dopo una notte di pesca per raccogliere pesci da alimentazione.
Ci vediamo a Pisa per ascoltare Christian Sturmbauer, uno dei più interessanti e titolati studiosi di ciclidi al mondo.
1 commento:
Purtroppo me la sono persa ma mi rifar� subito andando a sguazzare per 2 mesi sulla costa fra karonga e kande. :DDDD
Sul fatto che l'acquariofilia non abbia impatto per i laghi non sono assolutamente d'accordo. Provate a cercare un altolamprologus dalla testa gialla nella zona di kasanga o un labido caeruleus giallo (il giallo va forte!) a lion's cove. Certo che la pesca crea danni irrimediabili ma sui 3 grandi laghi africani si regge l'alimentazione di 50 milioni di persone e di ben 8 nazioni.
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