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martedì 29 dicembre 2009

Andinoacara stalsbergi: il terrore verde ha un nome

Andinoacara stalsbergi
Fotografia di Alf Stalsberg


Andinoacara stalsbergi
sp. n.

Diagnosi Molto simile a A. rivulatus con cui condivide le notevoli dimensioni (oltre i 20 cm di lunghezza totale), la livrea delle guance e la striscia verticale anteriore e posteriore alla macchia rettangolare mediolaterale. Se ne differenzia per il margine bhianco della pinna dorsale e caudale e per le scaglie che appaiono chiare al centro e scure ai bordi. In acquariofilia la specie è conosciuta come Aequidens sp. "Green Terror" oppure Aequidens sp. "Silbersaum".

Dimorfismo sessuale Non esiste un evidente dimorfismo sessuale. Generalmente i maschi sono più grandi e sviluppano una prominente bozza sulla nuca.

Distribuzione geografica Costa peruviana dell’Oceano Pacifico. Nel Perù settentrionale e lungo la costa dell’Ecuador è presente una forma simile che in acquariofilia è conosciuta come Aequidens “Goldsaum” che fino ad ora è stata trattata come una forma di A. rivulatus.

Note ecologiche A. stalsbergi frequenta acque alcaline e dure arrivando a tollerare anche acque salmastre. Gli ambienti acquatici in cui si rinviene la specie non presentano generalmente vegetazione sommersa.

Comportamento riproduttivo In acquario la specie è monogama e forma coppie stabili dove entrambi i genitori si prendono cura della prole. All’interno del legame di coppia è possibile tuttavia osservare la tipica suddivisione dei ruoli in cui il maschio difende il territorio e la femmina è più attiva nelle cure parentali.

Andinoacara rivulatus
Fotografia di Alf Stalsberg

Note Sulla necessità di erigere il genere Andinoacara ne avevo già parlato in questo post. Qualche parola invece va spesa sull'analisi molecolare condotta su 8 geni che ha coinvolto il genere. Ne emerge che A. stalsbergi e A. rivulatus mostrano differenze minime. Ho come il sospetto che se non ci fossero state la differenza di livrea (la differenza di colore a livello di scaglie) e la distribuzione allopatrica (una nel Perù, l'altra invece nell'Ecuador) pochi si sarebbero scomodati a descrivere una nuova specie. Per questo gli autori lasciano ad un certo punto cadere l'affermazione che a guidare il loro lavoro è il concetto evolutivo di specie. Secondo questo concetto due specie si differenziano tra loro perché hanno una diversa storia alle loro spalle che in questo caso è stata valutata alla luce dei geni (potete guardare la figura 7 nell'articolo che mostra la biforcazione tra le due specie). Non mi soffermerò sul fatto che le analisi molecolari danno una storia dei geni e non delle specie e che a seconda dei geni presi in considerazione le parentele sembrano cambiare. Quasi sicuramente gli autori hanno ragione, A. rivulatus e A. stalsbergi sono due specie differenti e a dimostrarlo concorrono sia l'analisi morfologica che quella molecolare. Probabilmente anche se si fosse considerato il concetto biologico di specie si sarebbe giunti alle medesime conclusioni. Penso tuttavia che ancora una volta si sia dimostrato che il lavoro pratico di tanti tassonomi, per quanto si dica il contrario, parta principalmente dalla forma; in fondo siamo umani e la vista per noi, e non solo per noi, conta ancora parecchio, soprattutto quando siamo solo alla superficie della biodiversità.


Andinoacara rivulatus
Fotografia di Florent de Gasperis

Musilová Z., Schindler I., Staeck W. 2009. Description of Andinoacara stalsbergi sp. n. (Teleostei: Cichlidae:Cichlasomatini) from Pacific coastal rivers in Peru, and annotations on the phylogeny of the genus. Vertebrate Zoology. 59(2): 131 – 141.

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