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giovedì 5 febbraio 2009

Tassonomia: Neolamprologus

Tanto per tornare sull'argomento della biologia molecolare applicata alla tassonomia si parla di Neolamprologus del Lago Tanganica. Questi ciclidi sono un gruppo fantastico. Prima di tutto sono tanti, circa una cinquantina, in secondo luogo depongono su substrato, un comportamento non molto diffuso tra i ciclidi dell'Africa orientale, ed in terzo luogo mostrano adattamenti affascinanti. Basti pensare che alcuni vivono in colonie riproduttive che si instaurano anche in acquari di buona dimensione, ma questa volta non parlerò di comportamenti e di etologia, ma di questioni tassonomiche.
All'interno dei Neolamprologus vi è un gruppo di una dozzina di specie che viene comunemente chiamato gruppo brichardi, ma che dovrebbe chiamarsi, per ragioni di priorità temporale, gruppo savoryi (N. savoryi fu descritto nel 1949 mentre N. brichardi appare come sottospecie di savoryi nel 1952). In natura i ciclidi di questo gruppo popolano le zone rocciose della costa con areali generalmente ristretti e sono riconoscibili per la pinna caudale a forma di lira (luna se vi aggrada di più) e per la presenza in essa di lunghi filamenti, due caratteristiche insolite tra i Lamprologini. Tra gli appassionati la specie più diffusa è N. brichardi che può essere distinta da N. pulcher per il differente disegno che corre ai lati della testa e per le diverse sfumature di colore.

Neolamprologus brichardi

Neolamprologus pulcher

Nel 2007 viene pubblicato un articolo che è come una doccia fredda. per il sapere consolidato. I disegni sull'opercolo non hanno valore sistematico, ma si sono evoluti parecchie volte indipendentemente dall'antenato della popolazione. Probabilmente i disegni rispondono a precise pressioni evolutive che risiedono nella comunicazione tra gli individui della colonia. L'analisi del DNA mitocondriale rivela che le popolazioni delle due specie sono estremamente diverse tra loro, una diversità che non è rispettosa dell'appartenenza di specie. Per dare maggiore forza allo studio, gli autori non hanno controllato solo dati molecolari, ma hanno investigato anche caratteri morfometrici che tuttavia non hanno ancora pubblicato. La loro conclusione è che brichardi e pulcher siano la stessa specie e che per le solite ragioni di priorità temporale N. brichardi sia un sinonimo di N. pulcher.
Personalmente mi rammaricano l'assenza dei dati morfometrici cui accennavo prima che avrebbe dato maggiore vigore alla ricerca e soprattutto il fatto che non si sia allargato il ventaglio delle specie indagate. L'albero che ne sarebbe risultato sarebbe probabilmente stato diverso da quello pubblicato e forse adesso non saremmo qua a ricordare la scomparsa di uno dei grandi protagonisti della scena acquariofila moderna.

Duftner N., Sefc K. M., Koblmüller S., Salzburger W., Taborsky M., Sturmbauer C.. 2007. Parallel Evolution of Facial Stripe Patterns in the Neolamprologus pulcher Species Complex Endemic to Lake Tanganyika. Molecular Phylogenetics and Evolution, 45: 706-715.


Fotografie di Tim Nurse.

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