Steve Jobs è morto e non è certo compito mio raccontare chi era e cosa rappresentava, Mahengechromis parla di ciclidi, di pesci, se ci vogliamo allargare di anfibi e fontanili, non parla di tendenze, mode o icone planetarie. Voglio tuttavia fare uno strappo alla regola per dirgli grazie.
Jobs era un figlio adottivo e io di figli adottivi ne ho due. Ai mie figli ho parlato di questo signore che ha ideato Iphone, Ipad e computer vari; ho spiegato loro che era stato dato in adozione con la richiesta che i genitori adottivi lo facessero studiare all'Università e che lui a un certo punto ha abbandonato gli studi per rinchiudersi in un garage. Ho raccontato loro anche che la vita è stata dura con lui, ma che la vita possa essere dura i miei figli lo hanno già scoperto, da soli. Non ho parlato di lui perché era un uomo di successo. Mi ritengo sufficientemente adulto per sapere che l'equazione uomo di genio = uomo di successo è falsa e tendenziosa. Per diventare uomo di successo occorrono tante altre coincidenze tra cui l'essere al posto giusto nel momento giusto. Ho parlato di Steve Jobs ai miei figli perché lui diceva che viene un momento nella vita in cui si uniscono i puntini alle i, in cui si capisce perché si sono fatte quelle cose invece di altre, del perché si compiono alcune scelte e del perché a volte la vita decide per te senza consultarti. Ho raccontato loro soprattutto che lui diceva che bisogna avere fiducia nel futuro. Questo unire i puntini alle i e questo credere nel futuro sono qualcosa di cui tutti noi abbiamo bisogno. Grazie Steve per averlo spiegato come solo tu sapevi farlo.
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