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mercoledì 11 luglio 2012

Tilapia dal cassetto: Tilapia konkourensis



Olotipo di Tilapia konkourensis.
Dunz A. R., Schliewen U. 2012.


"Le scoperte più importanti si fanno nei cassetti dei musei". Lo scriveva il compianto Stephen Jay Gould. Spesso capita, infatti, che nei depositi dei musei siano presenti esemplari o fossili sconosciuti e trascurati che talvolta si dimostrano importanti per il progresso scientifico. Quella di oggi è una variante del fenomeno. I reperti saliti di recente alla ribalta ciclidofila erano già noti agli studiosi, ma erano stati male identificati e solo un lavoro di revisione successivo ha messo in luce la loro peculiarità e importanza. È il caso di una nuova Tilapia la cui forma allungata indica che vive in acque molto veloci. Ambienti speciali richiedono adattamenti speciali e vivere in acque correnti o continuamente mosse non è impresa facile. Scrivo "speciali" con un certo imbarazzo dato che trovo incredibile che aree ad alta energia come la regione di litorale sotto l'influsso delle maree o i torrenti montani o le zone di rapida possano essere ritenute zone inconsuete. Cosa c'è di speciale in un tratto di costa? Trovo altrettanto incredibile il concetto di speciale se applicato a organismi come i teleostei che hanno una diversità molto ampia. Come si può definire speciale una serie di forme adattate alle acque veloci? Qual è la forma "normale" di un pesce? Utilizzo speciali comunque perché gli ambienti ad alta energia spingono molti teleostei a rispondere all'habitat in modo simile. È il fenomeno della convergenza evolutiva. In questi ambienti vivono pesci che sembrano essere stati schiacciati da un camion tanto sono appiattiti oppure che assumono la forma di grossi sigari eretti sulle pinne pettorali. La maggior parte di loro è priva di vescica natatoria (vescica gassosa) e di scaglie, ma può essere provvista di un disco adesivo formatosi dall'unione delle pinne pelviche o dalla modificazione della bocca. Tutti questi pesci sono inoltre capaci di respirare efficacemente nonostante il rapido flusso dell'acqua. Si parla di circa 16 famiglie di pesci ossei distribuite in almeno 5 ordini differenti. Anche tra i ciclidi ci sono specie adattate alle correnti. Sto parlando di forme neotropicali come le Crenicichla o di generi africani come Teleogramma o Steatocranus e degli eretmodini (i ciclidi ghiozzo) del lago Tanganica. Da oggi ce anche una Tilapia in più.



Tilapia konkourensis Dunz & Schliewen, 2012

Diagnosi T. konkourensis si distingue da tutte le altre Tilapia per il corpo allungato rispetto alla sua altezza e per il numero di scaglie lungo la linea laterale inferiore che si attesta su 9-12 unità. Si differenzia da altri generi caratterizzati dal corpo allungato per il peduncolo caudale dotato di poche scaglie (come in Chilochromis duponti) o per i denti a forma di spatola, per le due diramazioni della linea laterale non connesse tra loro (come in Gobiocichla) e per l'assenza di una bozza sulla testa e per la scarsità di spine nella pinna dorsale (come in Steatocranus).


Distribuzione Areale ristretto al fiume Konkouré e ai suoi affluenti in Guinea. Vive in simpatria con T. reophila, la specie con cui era stata confusa. Con T. konkourensis la regione di Fouta Djalon accoglie una nuova forma endemica rivelandosi inaspettatamente ricca e biodiversa.



Mappa della regione occidentale della Guinea con la distribuzione di T. konkourensis (località con la stella).
Dunz A. R., Schliewen U. 2012

Etimologia Il nome deriva dal bacino idrografico in cui la specie vive.


Paratipo di Tilapia konkourensis.
Dunz A. R., Schliewen U. 2012.





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