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giovedì 26 luglio 2012

Crenicichla chicha, una Crenicichla differente

Possiamo conoscere il nome di un pesce, anzi di tutti i pesci del mondo - io mi accontenterei di quelli europei e africani-, ma non significa che lo conosceremmo. Ciò che importa è cosa un pesce fa. Ribadire la supremazia dell'ecologia sulla tassonomia può suonare beffardo se viene letta in blog che sopravvive presentando i ciclidi recentemente descritti. Dare i nomi è attività umana. Soffermiamoci sulla specie di oggi, Crenicichla chicha. Stiamo parlando di un predatore che appartiene a un genere caratterizzato dal corpo cilindrico e dalla fame insaziabile,  perlomeno in acquario. Stiamo parlando del genere di ciclidi più ricco del Nuovo Mondo (siamo oltre le 80 specie) che inoltre si trova ad avere ampia diffusione. Stiamo parlando di ciclidi che a prima vista possono apparire tutte uguali, ma che in realtà hanno sviluppato adattamenti unici. Una sola barra lungo i fianchi, varie barre, singole o doppie, macchie rettangolari o circolari, tinte unite. Non basta la livrea? Soffermiamoci sulla testa allora. Bocche piccole e mascelle che possono essere uguali. Bocche grandi e mascelle inferiori sporgenti. Bocche grandi, labbra enormi e mascelle superiori sporgenti. Non basta ancora? Colonizzano un po' di tutto, dall'acqua veloce delle rapide a quella ferma delle pozze. Possiamo dare il nome a tutte queste diverse forme, ma sapremo come vivono? Conosceremo perché sono così? È l'ascendenza o l'ambiente ad averle plasmate? Ad ogni bocca il suo cibo o viceversa e i ciclidi dei grandi laghi ci hanno abituato a pensare che le diverse popolazioni evolvono crani differenti una volta che si trovino isolate e che siano costrette a specializzarsi in alimenti differenti. Anche i ciclidi dei fiumi si comportano nello stesso modo? Probabilmente no, ne parlerò prossimamente. La specie di oggi vive in acque correnti, anche se fa di tutto per restare fuori dal loro flusso caotico, e mostra caratteri unici o quasi (margine dei preopercoli liscio e un paio di ossa del cranio che si sono unite). Ora ha avuto il suo nome, ma inquadrarla nel contesto generale è difficile. Un domani, forse, scopriremo i suoi perché. 


Crenicichla chicha
Foto di Cláudio Henrique Zawadzki





Crenicichla chicha Varella, Kullander, Lima, 2012


Diagnosi Specie allungata e di taglia media (137 mm di lunghezza massima conosciuta) distinguibile dalle specie affini per il corpo lateralmente compresso invece che cilindrico e robusto, per l'assenza della macchia posta subito dopo l'opercolo branchiale e per una serie di caratteristiche evidenziabili solo all'analisi anatomica  (margine dei preopercoli liscio, due ossa infraorbitali unite tra loro, assenza di microbranchiospine). Il colore del corpo è bluastro, mentre quello della testa è giallo limone. Sui fianchi sono presenti strisce irregolari arancioni. Le pinne impari appaiono rosse.


Varella, Kullander, Lima, 2012

Distribuzione Rio Papagaio, un affluente del Rio Juruena che a sua volta appartiene al bacino idrografico del Rio Tapajós nello stato del Mato Grosso in Brasile.

Ecologia Il Rio Papagaio è caratterizzato da acqua chiara, da numerose rapide e dal fondo roccioso. La nuova specie è stata raccolta, invece, in corsi d'acqua minori, meno veloci e dal fondale fangoso che si gettano nel corso principale. In alcune località vive insieme a un'altra Crenicichla del gruppo saxatilis.

Etimologia Il nome deriva dalla festività tipica dei Paresi, indigeni originari della regione del bacino idrografico del Rio Juruena del Mato Grosso.

Note C. chicha presenta caratteristiche che la avvicinano a C. hemera, una specie delle rapide diffusa nel bacino idrografico adiacente a quello di C. chicha. Ambedue le specie non possono essere ricondotte a nessuno dei gruppi in cui è tradizionalmente suddiviso il genere. 



Varella H., Kullander S. O., Lima F. C. T.  2012. Crenicichla chicha, a new species of pike cichlid (Teleostei: Cichlidae) from the rio Papagaio, upper rio Tapajós basin, Mato Grosso, BrazilNeotropical Ichthyology, 10(2): 233-244.




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