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lunedì 10 agosto 2009

Enigmatochromis lucanusi. Una nuova specie dall'altra Africa

Giovane coppia di Enigmatochromis lucanusi.
Fotografia di Jérôme Scuiller.

Noi ciclidofili siamo talmente concentrati sui Ciclidi dei Grandi Laghi africani che spesso ci dimentichiamo dell'altra Africa, l'Africa occidentale. Per fortuna c'è chi lavora per noi! Anche lì abbondano le scoperte.
Anton Lamboj ha eretto il nuovo genere Enigmatochromis per una specie di Chromidotilapino proveniente dalla Guinea che in acquariofilia è conosciuta dal 2004 sotto il nome di Pelvicachromis sp. "Blue Fin". Enigmatochromis lucanusi, questo il nome, si contraddistingue per l'insolita colorazione blu della pinna dorsale della femmina. Prima di procedere ringrazio Jérôme Scuiller che con entusiasmo ha messo a disposizione le fotografie di questa specie ancora poco diffusa tra gli appassionati.


Enigmatochromis lucanusi n. sp.

Diagnosi Enigmatochromis si distingue dagli altri generi di Chromidotilapini per una combinazione unica di caratteri tra cui si evidenziano le 12 scaglie sul peduncolo caudale, la linea laterale nettamente separata dalla base della pinna dorsale e una serie di ossa infraorbitali con il lacrimale e tre tubulari addizionali. Il nome Enigmatochromis si deve alla presenza di caratteristiche intermedie tra i generi Pelvicachromis e Parananochromis.

Colorazione e morfologia Il corpo è nettamente allungato. Le pinne impari del maschio mancano di marcature tranne nella pinna dorsale che riporta alcuni spot neri nella porzione posteriore. Sempre nei maschi la pinna caudale, da biancastra a gialla, mostra delle macchie ocellate. Le femmine possono presentare uno o due spot sulla pinna dorsale.


Femmina di Enigmatochromis lucanusi.
Fotografia di Jérôme Scuiller.

Maschio di Enigmatochromis lucanusi.
Fotografia di Jérôme Scuiller.


Distribuzione Per quanto conosciuto fino ad ora Enigmatochromis lucanusi è diffuso unicamente nel fiume Foto, un piccolo corso d'acqua di savana che scorre nei pressi della città mineraria di Fria lungo la costa della Guinea a nord di Konacry.

Habitat ed ecologia Il fiume Foto è ampio dai 3 ai 6 metri e durante la stagione secca è profondo dai 30 ai 90 cm. I parametri chimico-fisici dell'acqua rilevati durante la stagione secca (Febbraio 2006) sono: durezza totale 0, durezza carbonatica 0, pH 5.8, temperatura 24 °C. Il fondo del fiume è costituito da ghiaia fine e nei punti dove penetra la luce accoglie densi ammassi di Vallisneria sp. Le ripe sono ricoperte da Anubias lanceolata mentre i massi e gli alberi caduti in acqua sono ricoperti da felci e in particolar modo da Bolbitis heudelotii. L'unico altro ciclide presente insieme a E. lucanusi è Pelvicachromis humilis.

Comportamento In acquario E. lucanusi forma legami di coppia e depone su substrato in cavità e come in molte altre specie del gruppo dei Chromidotilapinii la femmina mostra cure parentali più intense. Durante la riproduzione il maschio mostra l'usuale banda longitudinale scura che a differenza delle specie di Pelvicachromis, Congochromis e Parananochromis è sfumata o assente nella femmina.

Note La specie è dedicata a Oliver Lucanus che nel 2004 ha ricevuto i primi esemplari ed ha fornito indicazioni sull'ambiente della specie. Inizialmente la specie è stata ritenuta molto simile a Pelvicachromis roloffi, tuttavia E. lucanusi non può essere ritenuto un Pelvicachromis per la presenza di 12 scaglie sul peduncolo caudale (usualmente il genere Pelvicachromis ha 16 scaglie sul peduncolo caudale). Il genere con cui Enigmatochromis ha maggiori somiglianze morfologiche è Parananochromis da cui si distingue tuttavia per distribuzione geografica, notevole dicromatismo sessuale, livrea giovanile (3-4 file di punti scuri contro 2), assenza di banda longitudinale scura nelle femmine durante le cure parentali e infine per i risultati preliminari delle analisi molecolari che lo avvicinano nuovamente a Pelvicachromis.

Femmina di Enigmatochromis lucanusi.
Fotografia di Jérôme Scuiller.

Lamboj A. 2009. A new dwarf cichlid genus and species (Teleostei, Cichlidae) from Guinea, West Africa. Zootaxa 2173: 41-48.

18 commenti:

Fabio Sebastiani ha detto...

Come dicevo ad Enrico da un altra parte credo che sia l'inizio delle revisione radicale che voleva fare sui Pelvicachromis.
Anzi, più che crederlo lo spero perché l'articolo, se avesse avuto un altra firma, sarebbe stato tacciato di splittaggio, imho.
Come diceva Gould dare un nome al problema non vuol dire risolverlo (non con una diagnosi cosi debole).

Ma forse sono troppo macchinoso io.

Fabio

Anonimo ha detto...

Sono d'accordissimo. Ironia della sorte il primo della presunta serie e' stato proprio il Pelvicachromis blue fin, il cui nome ricordava tanto il lago malawi e le sue denominazioni commerciali. Red top, orange breast, yellow chin, red fin, white blaze, etc.. Per fortuna che fra 9 giorni mi butto sui Betta che loro hanno poche specie e ben definite. :DDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD
Scherzi a parte Fabie'..., ma anche qui non dovrebbero essere generi diversi? Voglio dire che fra il gruppo unimaculata e quello splendens ci passa in mezzo un tir.

ciao enrico

Unknown ha detto...

@Fabio: di Lamboj mi fido e spero davvero che stia iniziando questo lavoro. Non male la citazione di Gould. Quasi quasi gliela posto!
:-D
@Enrico: vedo che riguardo ai generi ti stai facendo ingolosire dalla mia idea di abolirli.

Anonimo ha detto...

Qualcuno le aveva separate in due gruppi tra incubatori orali e costruttori di nidi di bolle erigendo il genere Pseudobetta (ora non ricordo a quale dei due gruppi avessero appioppato il nuovo genere).
Ma la cosa non ha attecchito.
Prima o poi bisognerà mettere mano anche li.
Nel frattempo i pesci continuano a fregarsene bellamente :-)

Cmq te che stai a cercare Betta sott'acqua non ci credo manco se lo vedo...secondo me andrai in astinenza da ciclidi e cercherai di tamponare con i Dartnioides
:-)

Fabio

Anonimo ha detto...

Per i miei gusti sono abbastanza crenicichlose le channa. Comunque visto che sei peggio di San Tommaso ti spediro' qualche foto da Miri snorkelando dietro alle alle macrostoma. Della serie se non sono incubatori orali come i ciclidi non li vogliamo. Poi veramente questa volta vorrei vedere roba grossa tipo l'irrawaddy dolphin e lo squalo e la razza gigante del kinabatangan. Mica microrasborette&minidanio.

Ciao Enrico

Unknown ha detto...

@Enrico: devo farti una scenata di gelosia? Spedisci le foto a Fabio e a me nulla? :-)

Anonimo ha detto...

Livio, il primo fontanile che trovo e' tutto tuo. :DDDDDDDDD

ciao enrico

Unknown ha detto...

@Enrico: ach

Fabio Sebastiani ha detto...

Giuro che quella sui fontanili è la battuta dell'anno.
:-DDD

Anonimo ha detto...

Beh..., in uganda ai piedi delle montagne della luna era pieno ma non avevo la digitale. :DDDDDDDDDDDDDD

ciao enrico

Unknown ha detto...

@Enrico: fontanili nel senso che erano costruiti dall'uomo o semplici sorgive?

Anonimo ha detto...

Scherzavo..., ci vogliono condizioni geologiche molto particolari per avere risorgive come le padane. In africa e america ci sono sorgenti ma da quanto ho visto nessuna ha la struttura dei fontanili padani. Spesso sono legate a strutture vulcaniche, tipo le mzima springs del famoso filmato di national geographic.

ciao enrico

Unknown ha detto...

Quindi niente foto? Eh no, qualche immagine la voglio vedere anch'io. :-)

Anonimo ha detto...

Alle volte foto e filmati ingannano. I documentari di national geographic sono taroccatissimi. Hai presente l'altolamprologus su fondale non roccioso che si nasconde nella cavita' di un tronco per sfuggire alle lontre? Ma neanche se tagli i baffi alle lontre o se fosse un bathybates riuscirebbe a scappare. Guardacoso poi se non ricordo male e' un maschio yellowhead in piena colorazione. Ma perche' devono far fare queste figure barbine ad animali che proprio fessi non sono visto che sono in grado di spaccare i gusci dei molluschi con i sassi? Meglio i giretti che mi faccio io dove gli alto sono genuini e le lontre non giocano con i pesci palla.
:DDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD

ciao enrico

Unknown ha detto...

Avete visto la nuova specie di Betta:
Schindler I, Schmidt J. 2009. Betta kuehnei, a new species of fighting fish (Teleostei, Osphronemidae) from the Malay Peninsula. Bulletin of Fish Biology 10(1/2): 39-46.

Anonimo ha detto...

Si ma non posso distrarmi con le specie peninsulari e devo rimanere concentrato sugli incubatori orali di sabah e sarawak altrimenti non ci capisco piu' nulla.
Intanto ti saluto. Mi aspettano 2 giorni di viaggio e se tutto fila liscio e riesco a collegarmi ci risentiamo nei prossimi giorni da Kuching (la citta' dei gatti) o Bau (la citta' dei cani). :DDDDD

ciao enrico

Unknown ha detto...

Ciao Enrico
ti auguro buon viaggio e ci sentiamo presto.

Fabio Sebastiani ha detto...

Enrico fai buon viaggio. Spero tu riesca a vedere tutto il possibile. Mi raccomando, fai il bravo e cautela.
Un abbraccio.

Fabio